Il ddl sulla riforma Giustizia arriva in Cmd oggi, giovedì 15 giugno 2023, e a intervenire sul tema è stato direttamente il ministro Carlo Nordio che, ai microfoni di SkyTg24 dal Palazzo Reale di Milano, ha ricordato che la calendarizzazione era prevista ormai da mesi e non c’entra nulla con la morte di Silvio Berlusconi. Inoltre, sempre il titolare di via Arenula, ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto il giro del web. Vediamole insieme.

Riforma Giustizia, Nordio: “Noi ascoltiamo tutti ma…”

Seppur, come ha ribadito Nordio, il ddl che giunge oggi a Palazzo Chigi sulla riforma della Giustizia non abbia a che fare con il decesso dell’ex premier e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, tutto ciò

da un lato è un tributo per la sua battaglia per una giustizia più giusta, dall’altro c’è il rammarico di impedirgli di assistere al primo passo verso una riforma radicale della giustizia in senso garantista che lui auspicava.

Lo ha affermato il ministro a SkyTg24. E poi ha proseguito:

Un rapporto malsano tra politica e magistratura? Non lo direi ma c’è stato un rapporto molto conflittuale sin dall’inizio dell’operazione Mani pulite, a cui ho partecipato anch’io’ perché tra il ’92-94 ho indagato tutta la parte veneta di Tangentopoli. Certo, quando le indagini hanno come oggetto personaggi politici questo conflitto emerge. Ma quel che è patologico in Italia è che molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi.

Ancora:

Non è ammissibile, il magistrato non può criticare le leggi come il politico non può criticare le sentenze. E’ un principio elementare della divisione dei poteri. Ascoltiamo tutti ma poi il governo propone e il Parlamento dispone.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato inoltre dell’abuso d’ufficio. A questo proposito ha pronunciato le seguenti affermazioni:

Il reato in questione è stato modificato varie volte negli ultimi anni ma sono continuate le iscrizioni nel registro degli indagati e le informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della ‘paura della firma’, per cui sindaci e amministratori non firmavano più nulla. Un danno gravissimo anche dal punto di vista economico che si riserva sul cittadino.

Riforma Giustizia: il commento di Nordio oggi

Il titolare di via Arenula ha continuato inoltre facendo un commento riguardo alle parole del magistrato Nicola Gratteri:

Mi stupisce che un magistrato parli di reato spia e ammetta che non è servito a nulla perché su 5mila indagini sono state pochissime le condanne. Vorrei insegnare a questo collega che un reato o c’è o non c’è, non è che puoi andare a cercare a strascico qualcosa cercando che sia la spia di un altro reato.

In realtàm i reati di abuso d’ufficio è una fattispecie così evanescente e così carico di conseguenze dannose che, nonostante sia stato mutato varie volte, ha sempre continuato a portare conseguenze perniciose. Dal punto di vista tecnico parlare di reato spia è una cosa impropria.

Le dichiarazioni di Ostellari (Lega)

A intervenire sul tema è stato oggi, giovedì 15 giugno 2023, anche il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari. Egli ha detto:

Con questa riforma si apre una nuova stagione per la giustizia italiana. Tornano al centro i cittadini e le necessarie garanzie. Vengono ridefinite in modo chiaro le condotte illecite. Sparisce la paura della firma. L’analisi dei testi inizierà presto in Parlamento, dove il dibattito consentirà di superare tutti gli eventuali scetticismi.

Sempre Andrea Ostellari, senatore della Lega, il partito guidato da Matteo Salvini, ha proseguito così:

Poi servirà un ulteriore passaggio riformatore che, complessivamente, ridisegni non solo il perimetro dei reati contro la Pa, senza lasciare zone d’ombra, ma al tempo stesso consenta anche di superare gli errori del passato. La strada intrapresa è quella giusta: il risultato raggiunto oggi è molto significativo e certifica un cambio di visione: il sistema Giustizia non viene più considerato come una voce di costo, ma un ambito decisivo su cui investire per il bene del Paese.