La Banca centrale europea alza i tassi d’interessi dello 0,25 per cento e porta i tassi sui rifinanziamenti principali al 4, quello sui depositi al 3,50, mentre quello sui prestiti marginali sale al 4,25 per cento. Il Consiglio direttivo dell’Eurotower innalza quindi di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Le misure avranno effetto a partire dal 21 giugno 2023.

La Bce alza i tassi: rincari sui mutui fino a 275 euro

Le politiche monetarie scelte dalla Bce rischiano di pesare follemente sulle tasche di chi ha un mutuo a tasso variabile. Secondo le simulazioni di Facile.it l’aumento dei tassi potrebbe portare un aggravio complessivo pari a circa 275 euro (+60 per cento), rispetto a gennaio 2022.

Inoltre, guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor aggiornate al 7 giugno 2023) emerge come la corsa dei tassi potrebbe non essere finita. Gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi raggiungerà il suo picco a settembre 2023 e il tasso del mutuo medio preso in esame sfiorerebbe il 5,10%, con una rata di circa 743 euro (+285 euro rispetto a quella iniziale).

Altro fattore negativo è la scadenza, a fine giugno, delle condizioni agevolate di garanzia fino all’80% per i mutui prima casa destinati ai giovani, misura che ha aiutato molti richiedenti under 36 ad acquistare un immobile: se nel primo semestre 2021 gli aspiranti mutuatari con meno di 36 anni rappresentavano il 43,4% delle richieste totali di mutui prima casa, tra gennaio e maggio 2023 questo valore ha raggiunto il 51,3%.

Allarme Lagarde: “Le prospettive inflazione sono ancora troppo alte”

La presidente della Bce, Christine Lagarde, lancia l’allarme sull’inflazione che, nonostante sia scesa, resta però troppo alta per un periodo lungo.

“L’inflazione è diminuita ma dovrebbe resatre ancora elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”. il Consiglio direttivo “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”. 

Spiega la numero uno dell’Eurotower durante la conferenza stampa dopo la comunicazione della banca centrale sui tassi. Non solo. Perché Lagarde ha sottolineato come la crescita economica rimarrà ancora debole.

 “È probabile che la crescita economica rimanga debole nel breve periodo, ma che si rafforzi nel corso dell’anno grazie al calo dell’inflazione”. 

In base alle proiezioni macroeconomiche di giugno,

“gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3,0% nel 2024 e al 2,2% nel 2025“. 

Scriva la Bce, aggiungendo che

“sebbene alcuni di essi mostrino timidi segnali di attenuazione. Gli esperti hanno rivisto al rialzo le proiezioni per l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, in particolare per quest’anno e il prossimo, a causa dei passati aumenti inattesi e delle implicazioni del vigore del mercato del lavoro per il ritmo della disinflazione. Nel 2023 si collocherebbe quindi al 5,1%, per poi ridursi al 3,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025“.

“I Governi ritirino le misure contro il caro bollette”

Lagarde ha anche invitato i Governi europei a ritirare le misure per contrastare il caro bollette in in maniera “tempestiva e concordata”. E poi un’altra doccia fredda: i tassi potranno salire nuovamente a luglio.

“A meno che non si verifichino cambiamenti sostanziali nella nostra linea di base, è molto probabile che continueremo ad aumentare i tassi a luglio, il che probabilmente non è una sorpresa”.