Dopo la tempesta economica, che ha caratterizzato il 2022 con ripercussioni a livello mondiale, provocata dalle incertezze finanziarie indotte dal conflitto militare in Ucraina, e il conseguente repentino aumento delle materie prime energetiche; l’economia mondiale ha vissuto lunghi mesi di crisi, con tassi d’inflazioni che hanno minacciato l’intera crescita globale. Per l’Italia, storicamente affetta da un elevato indice di debito pubblico che grava minaccioso e silente sulle spalle d’intere future generazioni, si è aperta una nuova, quanto inattesa, fase di crescita economica. In un contesto economico europeo, tra rigide regole di bilancio e politiche economiche poco tolleranti verso il debito pubblico dei singoli stati membri, Roma mostra forti segnali di ripresa economica; tanto da stupire anche le più ottimistiche previsioni.

Con il PIL del bel paese in crescita del +1.2% nel 2023, rispetto alle stime dello 0.6% fornite dall’OCSE; Roma, oltre a sorprendere per il balzo in avanti sulla crescita interna, traina la ripresa dell’Eurozona che per il 2023 si assesta mediamente intorno al +0.9%.

In un quadro così ottimistico il PNRR, e le politiche di attuazione a esso associato, si conferma essere il baricentro per il trend positivo dell’economia del bel paese anche per il 2024. Con le stime di crescita che si riferiscono al PIL dell’Eurozona, che indicano un +1.5% nel 2024, per Roma sarà fondamentale velocizzare le politiche di sviluppo del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Italia, PNRR fondamentale per sostenere la crescita:

L’Italia, almeno in queste prime fasi, sembra voler assumere il ruolo della locomotrice per trainare la ripresa nell’eurozona.

Con uno scenario finanziario, a livello globale, ancora troppo incerto e caratterizzato da forti tassi d’inflazione che, inevitabilmente, porteranno sia la BCE (Banca Centrale Europea) sia la Fed (Federal Reserve System) verso nuovi aumenti dei tassi d’interesse, per arginare l’inflazione. Per Roma è necessario evitare ritardi, sull’attuazione della road-map che si riferisce ai progetti finanziari con i fondi del PNRR. Altrettanto necessario, per evitare dannosi ritardi, sarà la sostituzione dei progetti non fattibili con nuovi, quanto fondamentali, obiettivi utili per garantire al sistema economico nazionale la preziosa risorsa stanziata da Bruxelles.

Occupazione e PIL trainano l’economia:

Per Roma la forte crescita del PIL, stimata pari al +1.2% nel 2023 contro le stime OCSE del +0.6%, è anche il frutto di una crescita record, come da molti anni non si manifestava, del tasso di occupati che sale al 60.9%; con un incremento del +1.3%rilevato a marzo del 2023 rispetto a marzo del 2022.

Ovviamente, la maggior presenza di occupati permette maggiori opportunità di spesa in beni e servizi; il che si traduce in una crescita dei volumi delle transizioni economiche.

Tra PIL e occupazione, la spada di Damocle dell’inflazione:

A fronte delle più ottimistiche previsioni di crescita, resta il nodo dell’inflazione; stimata in Italia paria al 5.3% per indice generale e al +4.7% per componente di fondo (Core), calcolata senza tener conto dei beni sottoposti a forte volatilità come il comparto energetico e alimentare.

Nel 2022 il progressivo aumento dei tassi d’interesse ha provocato una forte erosione dei bilanci economici domestici. Molte famiglie, per garantire il loro tenore di vita abituale, oltre che invertire il trend al risparmio che ha caratterizzato per decenni le economie domestiche, hanno dovuto attingere ai risparmi; con una conseguente diminuzione della liquidità giacente sui conti correnti bancari, per far fronte a spese impreviste o per compensare gli effetti dannosi dell’inflazione.

Con la spesa delle materie prime energetiche ancora relativamente elevata, seppur non paragonabile all’analogo periodo del 2022, e con i costanti rincari che sono stati registrati nel carrello della spesa; i bilanci familiari, erosi dagli alti tassi d’inflazione, potranno non essere in grado ancora a lungo di sostenere gli effetti dell’inflazione, con una possibile flessione dei consumi.

Gianni Truini