Innocente In Alto Mare ci finisce solo riproponendo una sua personale versione del capolavoro che Mario Lavezzi scrisse per Loredana Bertè. Perché l’artista salentino, di base a Siena, è tra i nuovi nomi di spicco insieme a gente come Vitto e AlberiNoi. Come ci si approccia ad un pezzo della storia della musica italiana il cantautore classe 1991 lo ha raccontato le emozioni di riprendere in mano le proprie passioni dopo un periodo in cui ci voleva impegno altrove. Lo ha fatto in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Innocente In Alto Mare, perché rifarlo
“Perché è una hit bellissima che merita di essere scoperta dalle nuove generazioni che ancora non la conoscono e, soprattutto, perché è ancora tremendamente attuale. Anche noi viviamo chiusi nei nostri mondi individuali, ora fatti di social, e dobbiamo sforzarci di più a socializzare. Chissà che in questo la musica non possa aiutare. Provare a fare una mia versione forse è stato sacrilego ma mi sono divertito molto.”
Innocente In Alto Mare, di cosa parla la canzone
“E’ un pezzo storico, scritto e pensato negli anni ottanta, e narra il forte senso di libertà e di evasione dalla quotidianità, in un momento in cui si arrivava dagli anni settanta e dalla loro libertà sessuale e ideologica ma si entrava in un decennio di paura e di isolamento. Pensate all’HIV e all’esplosione del culto del corpo anche per isolarci l’uno dall’altro. Penso a me per non stare con te. La canzone non ci sta e lo grida.”
Sulla metafora del manichino
“C’è poi da dire che, considerando i due differenti periodi storici e sociali, il significato di fondo di questa uscita è la medesima che, con diverse sfumature, ben si adatta ad entrambi i periodi. La fuga dalla quotidianità, di cui parlavo prima, è un tema, più in generale, che ricorre spesso nei miei brani e, questa volta, mi sono limitato semplicemente a cucire un vestito su di un manichino già esistente.”
Sull’importanza dello studio
“Quanto conta la preparazione nella musica? Considera che io ho iniziato a studiare pianoforte da giovanissimo, tra i Conservatori di Lecce e Taranto e le accademie, affiancando a questo lo studio delle tecniche vocali. A 17 anni, non pago, mi sono avvicinato al jazz, iniziando a studiarne la tecnica pianistica e vocale, e infine mi sono appassionato sempre di più anche alla scrittura che, quasi senza altra possibilità, finisce con l’essere messa a servizio della sua musica.”
Sull’eventuale paura dell’operazione
“Se ho avuto paura nel ricantare un brano di Loredana Bertè? Oddio, ora che mi ci fai pensare forse sì. A parte gli scherzi, io faccio sempre tutto come mi viene. Se lo sento, mi ci butte dentro senza rifletterci troppo e con la cover non ho fatto eccezione.”
Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Innocente:
https://www.radiocusanocampus.it/it/innocente-in-alto-mare
Ecco la copertina di “In alto mare” di Innocente: