Sembrava potesse esserci la possibilità di cambiare alcune sfumature della giustizia sportiva in Italia, ma così non sarà. In futuro potrà esserci un nuovo “caso Juventus”: è questa la decisione dell’ufficio legislativo del ministro per lo Sport Andrea Abodi, che ha bocciato la proposta del Governo di attuare una riforma sulle penalizzazioni a campionato in corso.
Bocciata la riforma sulle penalizzazioni a gara in corso
Gli uffici legali hanno deciso di non prendere in considerazione la riforma della giustizia sportiva sulle penalizzazioni. In particolare, la proposta prevedeva di non procedere con penalizzazioni sui club italiani a campionato già iniziato, per evitare che capitassero altri casi come quello della Juventus. Tuttavia, la riforma è stata bocciata perché “lede l’autonomia della giustizia sportiva”.
È quanto emerso dopo un attento studio da parte dell’ufficio legislativo del ministro per lo Sport Abodi, che ha passato al setaccio il testo della norma di riforma. Questo sarebbe dovuto essere stato inserito nel decreto legge che il Governo voleva approvare domani. Ma è stato deciso di bloccarlo subito. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, restano però dei dubbi sull’iter percorso fin qui. Quello di non “ledere l’autonomia della giustizia sportiva” è uno dei principi base, perché non è stato considerato prima? Inoltre, questo viene ribadito da pronunciamenti di diversi ordini e gradi, facendo in modo che la giustizia amministrativa non intervenga nelle sanzioni disciplinari.
Le proposte sul tavolo
Il Corriere della Sera spiega poi quale fosse la maniera pensata dal Governo per cambiare la giustizia sportiva. Se l’obiettivo era evitare altri casi Juventus, a causa del quale la classifica è cambiata tante volte in una stagione, c’erano diverse proposte sul tavolo. La prima era quella di fare in modo che tutti i processi iniziassero a giugno, così che, in caso di scandalo – come ad esempio l’arresto di un presidente – a inizio stagione (settembre), la squadra avrebbe potuto concludere il campionato prima di dare il via al procedimento. L’attesa, però, sarebbe così troppo lunga.
La seconda proposta era allora quella di rendere le sentenze esecutive (comminando i punti di penalizzazione) solo dopo il pronunciamento del Collegio di Garanzia del CONI. Ma attuando le sentenze solo una volta passate in giudicato non avrebbe garantito a queste di non subire altre revisioni. Il Collegio, infatti, come successo per la Juve, può sempre rimandare tutto alla Corte d’Appello. Tutto ciò insegna che lo Stato non può riformare la giustizia sportiva, visto che non si è entrati neanche nel merito. Di conseguenza, anche in futuro potranno esserci nuovi casi Juve.