La grande mostra di Van Gogh a Roma, visitata da oltre 580 mila visitatori, quella di Jago a Bologna e Leandro Erlich a Milano, costantemente sold out. Esposizioni viste da migliaia di persone, numeri non consueti per il settore. Qual è il segreto di questo successo? A Stato dell’Arte, condotto da Cesare Biasini Selvaggi e in onda su Cusano Italia Tv ne ha parlato Iole Siena, presidente Arthemisia, che ha prodotto e organizzato alcune delle esposizioni più amate degli utlimi anni in Italia.

“Il segreto del successo è la dedizione enorme che dedichiamo e l’attenzione spasmodica che dedichiamo al visitatore. Spesso le mostre sono pensate per un pubblico di nicchia e di specialisti, ma il grande pubblico delle mostre è fatto da persone più disparate, che spesso non sanno di arte, un grande popolo. Quando pensiamo una mostra la pensiamo rivolgendoci alla persona che sa meno di arte, spesso a chi di arte non sa niente, per darle tutti gli strumenti perché possa godere di quello che sta vedendo, perché possa capirlo, raccontarlo ed emozionarsi” ha spiegato Siena a Stato dell’Arte. “La divulgazione è assolutamente quello che ci sta a cuore. Il rigore scientifico è inattaccabile, ma è importante anche la divulgazione. Ingredienti di una mostra di successo? Abbinare la cura e il dettaglio al racconto, all’emozione. Se le persone si sentono a loro agio e hanno gli strumenti per capire, allora ne sentiranno l’emozione, nel bene e nel male, ma non rimarranno indifferenti. Spesso l’allure intellettuale rimane estranea al pubblico. Siamo stati i primi a regalare l’audio guida a tutti, perché spesso il costo era un deterrente, invece regalandola le persone la prendevano. Saper raccontare quello che si è visto è fondamentale anche per il passaparola”.

Da Van Gogh a Roma a Jago a Bologna

Il caso della mostra di Van Gogh a Roma è emblematico del successo che si può riscontrare nel pubblico, anche perché lui è uno degli artisti più conosciuti e amati:

“Van Gogh come tutti i grandi artisti ha la capacità di arrivare a tutti con immediatezza, anche a chi non ne sa nulla. Ha questa potenza espressiva forte e ha una storia, gli artisti che piacciono di più sono quelli che hanno una storia travagliata. Van gogh mette insieme potenza espressiva e la sua storia. È iconico, è supportato da una premessa importante. Questa mostra ha avuto un successo più importante delle altre non solo perché Van Gogh piace, ma il successo della mostra è legato anche all’enorme offerta di contenuti: testi, video, narrazioni della sua vita, le sue storie, sono le cose che hanno fatto appassionare il pubblico, ma anche gli studiosi ci hanno scritto “grazie, con questa mostra ho scoperto delle cose nuove”. Per noi è stato un lavoro enrme, portare i quadri e attaccarli in mostra è 1/10 del lavoro.

Van Gogh di per sé attira moltissimi visitatori perché è uno degli artisti più conosciuti e amati, c’è poi il caso della grande mostra di Jago a Bologna. Iole Siena racconta la genesi di quell’esposizione:

“Non mi aspettavo un successo così grande, la nostra è stata la prima mostra dedicata, ma sapevo che aveva un seguito. Durante il Covid ci siamo rivolti all’arte contemporanea fino ad appassionarcene in modo devastante, Jago l’ho conosciuto e mi sono innamorata del suo lavoro. È un grande attrattore, soprattutto dei giovani. Abbiamo messo insieme la sua maestria al suo modo di comunicare”.

A Milano Leandro Erlich e il suo “Palazzo”

Dal 22 aprile a Milano l’esposizione di Leandro Erlich, un artista complesso concettualmente che però sta appassionando migliaia di visitatori e registrando numeri da record. Iole Siena a Stato dell’Arte spiega che in questo caso si è trattato di una scelta azzardata, dimostratasi però vincente:

“Erlich fa parte del nostro nuovo percorso all’interno dell’arte contemporanea, in cui andiamo alla ricerca anche di artisti che non sono stati mai esposti in Italia. Erlich è un artista incredibile, l’ho scoperto per caso a Tokyo nel 2018 e sono rimasta folgorata. Non capivo perché in Italia ed Europa non fosse così conosciuto, poi organizzando questa esposizione l’ho compreso: ci sono delle difficoltà estreme. A cominciare dalla costruzione delle opere, che sono vere. Quando si vede una barca è una barca vera, il noto palazzo è vero, comprese le scale. C’è dietro un lavoro enorme di edilizia con investimenti stellari, costa veramente tanto fare una mostra di Erlich. Di conseguenza è stato un azzardo. Ad esempio l’opera “Il Palazzo”, dove le persone entrano e si fotografano e così facendo appaiono come se si stessero arrampicando sulla facciata. Dettaglio importante: l’opera risale al Duemila circa, quindi è stata fatta prima dei social, prima di Instagram. Erlich è un artista molto complesso concettualmente, ma ha un linguaggio immediato: chi ci vuole leggere il significato intellettuale può farlo, così come chi vuole semplicemente fotografarsi, giocare e interagire con l’immagine. Non a caso le code per visitare la mostra sono infinite, segnerà il record assoluto di visitatori per l’arte contemporanea”.