Di solito, quando parliamo di impennate del tasso di disoccupazione, il commento è un allarmistico avviso ai concittadini italiani; questa volta, a sorpresa, si parla invece della Cina. Il Paese asiatico non naviga in buone acque da qualche tempo, schiacciato da un pare incontrollabile innalzamento del numero di disoccupati.
Il dato, che molto ha preoccupato Pechino, riguarda soprattuto i giovani cinesi: a maggio 2023 un ragazzo su cinque si trovava senza un’occupazione. La situazione si riflette su un allarmante tasso di disoccupazione al 20,8%, una soglia record diffusa oggi dall’Ufficio Nazionale di Statistica.
Cina, il tasso di disoccupazione cresce: quasi il 21% dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni non ha un lavoro
La preoccupazione per il lavoro della gioventù cinese si era addensata nei dati degli analisti già ad aprile, quando uno studio sul tasso di occupazione dei giovani tra i 16 e i 24 anni aveva rivelato che ben il 20,4% di loro non possedeva un impiego. La percentuale, già tremendamente alta allora, ha toccato il triste record a maggio, registrando un incremento dello 0,4%.
Così, quasi il 21% dei ragazzi cinesi si trova senza lavoro. Il problema riguarda un po’ meno il mondo degli adulti: il tasso di disoccupazione sull’intera forza lavoro a maggio toccava soglia 5,2%, invariato rispetto al dato di aprile.
Pechino e i giovani senza lavoro: la banca centrale cerca soluzioni
A risolvere questa condizione piuttosto drammatica per le nuove generazioni cinesi ci deve pensare la banca centrale, la People’s Bank of China (Pboc). La strategia individuata dal colosso bancario consiste innanzitutto nell’abbassare il tasso dei prestiti a medio termini (MLF): la misura si propone di sostenere una crescita economica in difficoltà ed era già stata lanciata dai mercati.
Si preannuncia anche una discesa del tasso d’interesse sui prestiti annuali alle istituzioni finanziarie, che scenderà al 2,65% rispetto al pretendere 2,75%.
La speranza è che così la seconda potenza economica mondiale riesca a dare nuovo impulso ai progetti, alle azione e, in ultima analisi, al lavoro, scommettendo soprattuto su quella che è la linfa vitale di ogni economia: i giovani.