Ci sono voluti 15 mesi e oltre 10 rialzi ma oggi la Federal Reverse americana ha deciso di non rialzare ulteriormente i tassi d’interesse americani. Una scelta che, le 10 volte precedenti, era stata presa per cercare di raffreddare la febbre dell’inflazione. E così la Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso sui fondi federali al 5%-5,25%. Una scelta che quindi potrebbe essere seguita anche dalla Banca Centrale Europea, da sempre attenta alle scelte fatte dalla controparte negli Stati Uniti d’America.
Stop ai tassi di interesse: “Scelta temporanea”
La stessa Fed ha lasciato aperta una porta alla possibilità di rialzare in un futuro non troppo lontano i tassi, scegliendo di agire in tal modo per valutare ulteriori informazioni sul da farsi, ribadendo tuttavia che “l‘inflazione rimane elevata“. La scelta della banca centrale americana arriva dopo che, come riportano i media di oltreoceano, i prezzi al consumo del mese scorso sono risultati in crescita del 4% rispetto a un anno fa: un dato che ha rafforzato le speranze che l’inflazione continui il suo costante ritorno a livelli normali. Inflazione che, tuttavia, è diminuita in modo significativo rispetto al picco della scorsa estate, ma rimane il doppio rispetto all’obiettivo del 2% fissato dalla stessa Federal Reserve.
Ma l’inflazione per la Fed sta scendendo
Secondo l’istituto statunitense, il 2023 si concluderà con una inflazione al 3,2%, uno 0,1% in meno rispetto a quanto comunicato lo scorso marzo. Nessun cambio invece per le stime relative agli anni 2024 e 2025, che vedranno percentuali rispettivamente del 2,5 e del 2,1. Secondo una nota della banca centrale americana,
“Il comitato direttivo sarebbe disposto ad adeguare l’orientamento della politica monetaria in modo appropriato qualora emergano rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento delle finalità” di riportare l’inflazione al 2%. Le valutazioni del Comitato “terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, comprese letture sulle condizioni del mercato del lavoro, pressioni inflazionistiche e aspettative di inflazione e sviluppi finanziari e internazionali”.
Powell (Fed): “Ritmo moderato nei rialzi dei tassi”
Lo stesso numero 1 della Fed Jerome Powell ha ribadito come questo stop non indichi la fine dei rialzi ai tassi ma che semplicemente si può rallentare nel ritmo, che sarà da ora “più moderato“:
“Era giusto rallentare nel ritmo dei rialzi dei tassi, ci sono dei benefici, così come è stato giusto partire inizialmente con un rialzo dello 0,75%, per poi scendere a 0,50% e 0,25%. Abbiamo deciso di fare una pausa, abbiamo quasi un trimestre davanti a noi, ci sono molti dati, ci daranno modo di prendere le nostre decisioni“.