Questa mattina si sono tenuti gli interrogatori di garanzia davanti al Giudice delle indagini preliminari nell’ambito delle violenze che si sarebbero verificate all’interno della questura di Verona. Violenze operate da parte degli agenti di polizia nei confronti di alcuni fermati. E tra loro solo uno dei cinque accusati ha parlato davanti al Gip. A dare la sua versione dei fatti è stato Roberto Da Rold, 45 anni. Gli altri arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Per quanto riguarda invece il 45enne, che ha fornito la sua versione, l’uomo avrebbe risposto ad una pesante “provocazione” della persona fermata. Sarebbe stato uno sputo ad aver generato la sua reazione violenta. L’interrogatorio è durato circa un’ora e mezza e in questo lasso di tempo l’agente avrebbe fatto delle “parziali ammissioni – come ha spiegato il suo avvocato – e durante il quale avrebbe contestualizzato le situazioni per le quali è stato indagato”. Durante l’interrogatorio del Gip, Livia Magri, avrebbe ridimensionato le accuse. In base alle dichiarazioni rilasciate oggi, l’avvocato ha chiesto per Roberto Da Rold una riduzione della misura restrittiva facendo leva sui suoi 23 anni di servizio e sugli encomi ricevuti durante questo periodo.
Verona, un solo agente ha risposto alle domande del Gip e avrebbe fatto delle parziali ammissioni
Diversa la situazione per gli altri 4 agenti che oggi avrebbero dovuto rispondere alle domande del giudice. Per quanto riguarda Federico Tomaselli, che sarà difeso dagli avvocati Stefano Casali e Michele Masso, è stato annunciato che verrà presentata una memoria difensiva “sulla quale stiamo ancora lavorando”, ha dichiarato l’avvocato di Tomaselli, Stefano Casali chiarendo la presenza di “elementi oggettivi a discarico”. In seguito poi, il Gip dovrà ascoltare anche gli altri 17 agenti coinvolti nella vicenda delle torture sui fermati. Per loro i magistrati avevano chiesto l’emissione di provvedimenti disciplinari.
Il giudice fisserà un incidente probatorio (cioè l’assunzione anticipata dei mezzi di prova. Anziché attendere il rinvio a giudizio e la celebrazione del processo, il pubblico ministero ottiene di poter raccogliere la prova già durante la fase delle indagini preliminari), per poter mettere a verbale le testimonianze rilasciate dalle presunte vittime delle violenze contestate in questura. Gli episodi cioè che avevano portato all’arresto dei cinque agenti oltre alle 17 denunce nei confronti di altrettanti poliziotti del reparto Volanti. Questa è la richiesta che è stata avanzata dai sostituti procuratori, Carlo Boranga e Chiara Bisso. Alla fine degli interrogatori di garanzia dovrebbe tenersi l’udienza.
I fatti di cui si parla
I pestaggi e gli abusi di cui si parla e su cui i giudici stanno indagando, si sarebbero verificati dal luglio del 2022 al marzo del 2023 all’intero di alcune stanze della Questura di Verona. E proprio per le percosse ai danni di alcuni fermati sono attualmente finiti ai domiciliari i 5 agenti di polizia che oggi erano chiamati a rispondere alle domande del Gip. Uno solo di loro, come detto, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. A parlare è stato solo Roberto Da Rold, mentre gli altri arrestati sono Alessandro Migliore, Loris Colpini, Federico Tomaselli e Filippo Failla Rifici. Anche se sono in totale sono 17 gli agenti indagati per reati che vanno dalla tortura fino al falso e omissioni in atto d’ufficio. L’inchiesta è partita anche a seguito dei video, registrati dalle telecamere di videosorveglianza, che sono stati presi in esame. Le indagini seguono due filoni diversi. Ci sono infatti 5 indagati per violenze mentre tra gli altri 17 ci sarebbe qualcuno che avrebbe coperto i colleghi mancando di denunciare gli episodi di violenza.