Berlusconi non fu solo un grande imprenditore, ma anche colui che rivoluzionò la politica, portando il bicameralismo, e l’uomo che seppe fare da “collante” tra la Lega Nord e il Movimento sociale italiano – di lì a poco Alleanza Nazionale. A ricordare il Cavaliere, nel giorno del suo funerale, è Irene Pivetti, già presidente della Camera durante il Berlusconi I e deputata di lungo corso del partito fondato da Bossi.
Berlusconi, Pivetti al Cusano Media Group: il ricordo dell’ex presidente della Camera
La sua non fu una operazione semplice. Lega e Msi erano su due piani diversi. Ma riuscì nell’intento. “Era un’altra Italia, tutto era nuovo, la Lega era nuovissima“, ricorda Pivetti durante ‘L’Italia è il Paese che amo’, lo speciale in onda su Cusano Italia Tv e Cusano News 7, dedicato ai funerali di Silvio Berlusconi. “Le relazioni tra gli alleati di Governo erano state costruite in due settimane. Io non seppi da Berlusconi che sarei stata Presidente della Camera, mi chiamò Bossi“, spiega ancora.
Nella mente della ex deputata il ricordo è ancora nitido. “Stavo guidando in piazza Castello a Milano, mi chiama Umberto e mi dice: ‘Irene mi sa che ti tocca fare il Presidente della Camera’. Accostai e mi feci spiegare, iniziava un periodo incredibile“.
“C’era tutto da costruire”
“C’era tutto da costruire e Berlusconi – prosegue Pivetti – seppe essere il grandissimo collante di un’alleanza del tutto improbabile, perché mettere insieme da un lato la Lega e dall’altro quella che ancora non si chiamava Alleanza Nazionale, ma Movimento Sociale Italiano. Ma riuscì”.
“L’animo leghista c’era, ma istituzionale. Parlammo molto io e Maroni (Roberto, ndr), allora ministro dell’Interno, consci del fatto che il Governo fosse così innovativo e dirompente e che avevamo una grande responsabilità: portare al termine una rivoluzione“, sottolinea la ex deputata della Lega Nord, aggiungendo che il partito in cui militava passò “da una Lega barricadera” a essere “una Lega capace di costruire attraverso le Istituzioni. Il tema era molto critico per Bossi perché riteneva più forte la Lega delle barricate, quindi quando decise il ribaltone fu tutt’altro che semplice, io nel mio ruolo istituzionale pretesi che ci fosse una regolarità in questa operazione“.
E così, conclude Pivetti, “si raccolsero le firme dei singoli deputati che garantivano che non avrebbero votato la fiducia a un governo Berlusconi, formalizzare in qualche modo il ribaltamento dell’alleanza. Io non ritenevo quella scelta giusta, però non ero il segretario del Partito”.