Tra le ultime novità dello stop alle caldaie a gas a partire dal 2029, c’è da registrare l’aumento dei Paesi scettici alla proposta di riforma contenuta nel Regolamento europeo Ecodesign. Si allunga, dunque, la lista dei Paesi contrari al provvedimento di Bruxelles, con ipotesi di soluzioni alternative che avanzano. L’Italia è tra gli Stati membri il Paese che ha assunto la maggiore ostilità nei riguardi del nuovo regolamento, spinta anche dalle associazioni industriali che individuano un vincolo troppo rigido tale da mandare in crisi interi settori. 

Sullo sfondo l’arrivo della direttiva europea Case green alla quale Bruxelles alla fine potrebbe rifarsi per regolare anche l’efficientamento energetico delle caldaie a gas. Se ne continuerà a discutere dal momento che sono in corso le otto settimane di consultazioni, partite a fine aprile. 

Stop caldaie a gas, ultime novità: si allarga il fronte dei Paesi ‘no’ 

Potrebbero esserci dei ripensamenti e dei passi indietro a livello europeo sul regolamento che impone lo stop alla commercializzazione delle caldaie a gas a partire dal 2029. Il nuovo regolamento, chiamato “Ecodesign”, è in questo momento nelle otto settimane di consultazioni da parte dei rappresentanti dei Paesi membri, utili affinché la Commissione europea possa presentare un testo condiviso del provvedimento all’esame del Parlamento europeo. 

Nella riunione di ieri, tuttavia, sono emersi tutti i limiti del regolamento e la strada tortuosa che bisognerà ancora fare per arrivare a un testo davvero condiviso. L’Italia mostra la posizione maggiormente ostile in merito al divieto di commercializzazione delle caldaie, ma altri dubbi sono stati espressi anche dalla Spagna e dall’Olanda. Già nelle riunioni di aprile, si erano schierati contro il nuovo regolamento anche la Croazia, la Slovacchia e la Polonia, oltre a Romania e Ungheria, che sono sulle stesse posizioni dell’Italia. La notizia è dunque quella di un allargamento del fronte dei Paesi contrari alla normativa prevista dal regolamento Ecodesign. 

Direttiva Case green, cosa prevede per l’efficientamento energetico? 

Punto principale di ostilità per il nuovo regolamento sullo stop alle caldaie a gas da gennaio del 2029 è l’eccessiva rigidità della norma. Ciò avrebbe messo in allarme anche le associazioni di produttori e di venditori di questi sistemi che ne vedrebbero crollare la domanda. Nel dettaglio della normativa, il limite minimo fissato a 115 punti relativo all’efficienza energetica taglierebbe fuori tutte le caldaie a gas presenti sul mercato, ma anche i sistemi ibridi che ammettono il funzionamento anche con gas rinnovabili, come il biometano o l’idrogeno. Ulteriori rigidità sono segnalate anche per la possibilità che non tutte le abitazioni abbiano spazio sufficiente per installare una pompa di calore

Dal punto di vista energetico, la direttiva Case green – che si trova a un livello più avanzato di approvazione finale – ammette dei vincoli molto più limitati, consistenti nel divieto di utilizzare fonti fossili per il riscaldamento delle abitazioni. Quindi, andrebbero ancora bene le caldaie alimentate con sistemi ibridi, o a gas rinnovabili, nonché le eccezioni nel caso in cui non ci fosse spazio a sufficienza nelle abitazioni per installare una pompa di calore. Riprodurre uno schema come quello delle Case green rappresenterebbe una delle alternative maggiormente invocate dagli Stati contrari all’Ecodesign. 

Stop caldaie a gas, ultime novità: soluzioni alternative per evitare la messa fuori dal mercato dei sistemi di oggi, anche avanzati 

Tra le altre alternative, la Commissione europea – dopo l’incontro di ieri – potrebbe prendere in considerazione l’introduzione di un pacchetto di eccezioni al testo sul quale si è discusso finora. Una terza alternativa consisterebbe in un passo indietro della Commissione europea: il nuovo regolamento dovrebbe limitarsi a mettere fuori dal mercato i sistemi di riscaldamento maggiormente obsoleti (come, ad esempio, le caldaie a gasolio e quelle di tipo B). Rimarrebbero sul mercato le caldaie a condensazione, salvo una loro regolamentazione all’interno di ciascun Paese membro.