Le indiscrezioni trovano, finalmente, conferma. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sarà in Cina il 18 e 19 giugno prossimo. A confermarlo è l’AGI che riporta, dopo giorni di rumors, quanto reso noto dal Ministro degli Esteri cinese. In una breve nota firmata dal portavoce ministeriale, Wang Wenbin, viene riportato che:

Come concordato tra Cina e Stati Uniti, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, visiterà la Cina dal 18 al 19 giugno.

La diplomazia cinese fa sapere che Blinken, a Pechino, incontrerà altri funzionati per discutere dell’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione per gestire responsabilmente la relazione tra gli Usa e la Repubblica Popolare Cinese. Arrivano conferme anche da Washington dove dicono che dopo la visita cinese, Blinken andrà in Gran Bretagna fino al 21 giugno. Durerà dal 18 al 21 giugno, quindi, la spedizione estera del Segretario di Stato americano.

Blinken in Cina per la prima volta

È la prima volta che Antony Blinken va in Cina. Una spedizione che sugella i circa 4 mesi di rapporti bilaterali che il Segretario di Stato ha intavolato con la Repubblica Popolare cinese. Una intensificazione di rapporto resasi necessaria dopo l’incidente diplomatico del pallone spia cinese volato sui cieli americani il quale, tra l’altro, comportò l’annullamento di un viaggio in Cina precedentemente fissato sull’agenda di Blinken. Anche in quel caso, lo scopo era di “mantenere aperte le linee di comunicazione” tra Washington e Pechino dopo l’incontro tenutosi a Bali, in Indonesia, a margine del vertice del G20 tra il presidente Usa, Joe Biden, e il presidente cinese, Xi Jinping.

I motivi della visita

Quella del mantenimento delle linee di comunicazione è una formula formale che cela, al suo interno, un mondo di questioni che America e Cina devono trattare congiuntamente. La diplomazia di Washington, infatti, sottolinea che nella visita verranno trattate “questioni bilaterali di preoccupazione, questioni globali e regionali, e di potenziale cooperazione su sfide transnazionali condivise”. Non si parte da zero. Nelle scorse ore Antony Blinken ha già avuto dei contatti con i rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese. Nello specifico con il Ministro degli Esteri, Qin Gang, che ha confessato la preoccupazione cinese – che è quasi sdegno – per il fatto che l’America continui ad interferire sulle questioni cinesi. Su tutte, nemmeno a dirlo, quella di Taiwan. Pechino, su questo, non transige. Il destino dell’isola rimane da sciogliere ed è, ad oggi, il vero grande casus belli potenziale. L’unica miccia in grado di far deflagrare i rapporti tra Cina ed America. Da Pechino reiterano le solite: Taiwan è un affare cinese e tornerà sotto la sovranità della Repubblica Popolare, le altre potenze dovrebbero starne fuori.

Una partita a scacchi

Sarà una partita a scacchi. Perché, se da un lato ambo le parti convengono sul fatto – e lo vogliono davvero – che è necessario rinvenire un punto di incontro; dall’altro lato c’è molta franchezza nel riconoscere la complessità della situazione. Difficile, quindi, capire se si produrrà un riavvicinamento tra le due sponde del Pacifico: gli ultimi segnali lasciano intravedere ancora tensioni, con la Cina che ha parlato di “nuove difficoltà e sfide” nelle relazioni bilaterali. Anche perché ad aggravare il quadro c’è il tema finanziario dopo che il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, ha sostenuto che il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale dovrebbero “riflettere i valori americani” e servire da contrappeso ai prestiti “non trasparenti e insostenibili” emessi da altri, come la Cina. Insomma, la trasferta cinese di Antony Blinken è di vitale importanza per lo stato di salute delle relazioni diplomatiche tra Usa e Cina. Quindi, da seguire con la massima attenzione.