Come sottolineato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “Silvio Berlusconi ha segnato la storia della Repubblica“. Un personaggio che però si è distinto non solo nella politica, di cui iniziò ad essere protagonista nel 1994, ma che ha legato il suo nome anche alla tv, al calcio e in generale all’industria del nostro Paese, diventando anche un modello per molti imprenditori, tra cui Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, segretario di Alternativa Popolare, presidente dell’Università Niccolò Cusano e della Ternana Calcio.

Morte Berlusconi, il ricordo di Bandecchi

Un rapporto molto stretto, quello tra Bandecchi e Berlusconi, che andava oltre le sinergie professionali. Per questo Bandecchi, nella sua trasmissione “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia Tv, ha dedicato un’intera puntata al Cavaliere:

“Provo realmente una grande tristezza. Una volta parlando con lui gli dissi che la sensazione che avevo parlandoci, era lo stesso piacere che avevo quando parlavo con mio padre. Era una sensazione che non provavo da moltissimi anni, il mio babbo è morto nel 2007. Lunedì mattina ho avuto la conferma della stessa sensazione di tristezza.

Io ho sempre chiamato Silvio Berlusconi “il maestro” e ogni volta che chiudevo con lui un’email o un colloquio firmavo sempre con il rispetto dell’allievo per il maestro. Un maestro a livello imprenditoriale, per ciò che ha saputo fare nell’impresa italiana, e un maestro per quanto riguarda lo spunto politico, dopo Tangentopoli l’Italia senza di lui avrebbe avuto una storia diversa.

Mi piacevano i suoi racconti, mi ricordo le prime volte che ci siamo incontrati, dopo un po’ di tempo che parlavamo da soli, forse era la terza o quarta volta, e lui mi ha detto ‘dammi del tu’ e io ‘non mi sembra il caso’, trovavo difficile dargli del tu. Mi raccontò allora il suo incontro con Gianni Agnelli che gli disse ‘Silvio dammi del tu’ e lui, come me, rispose che si sentiva a disagio. Allora Agnelli gli disse ‘va bene dammi del voi’ e lì lui si sciolse. Anche io cercai di fare la stessa cosa, anche se mi veniva difficile perché è una persona che ho sempre stimato”.

La politica

C’è stato anche il tempo di fargli sapere che nel frattempo Bandecchi è diventato il sindaco di Terni:

“Il mio rapporto con lui era particolare, bello. Era l’unico all’interno di FI che era contento della mia scelta di dedicarmi ad un partito centrista. Lui era molto contento che fossi diventato il segretario di Alternativa Popolare perché era l’unico che capiva che da lì si poteva aprire un dialogo importante. Tra me e lui c’è stato un dialogo sempre molto franco e mi ha detto delle cose che forse ad altri non ha detto con la stessa sincerità e tranquillità. Mi vedeva la persona giusta per poter fare un lavoro all’interno di Alternativa Popolare”.

“Quando ho frequentato Berlusconi, lui aveva un’idea molto chiara e lucida del suo operato e dei limiti del suo operato. Ne parlo come se fosse stato un padre politicamente parlando e d’ispirazione. Berlusconi aveva un’idea liberale, cristiana, europeista. Si rendeva però conto che aveva inventato qualcosa che in politica non esisteva: Berlusconi aveva inventato il centrodestra. Prima di lui in politica non era normale parlare di centrodestra e centrosinistra. In politica esiste la destra, la sinistra, l’estrema destra, l’estrema sinistra e poi esiste il centro. E questo è un discorso che io ho appreso da Berlusconi.

Lui ha spezzato il centro. Tant’è che lui ha sempre detto che Forza Italia fosse una cosa che andasse oltre la Democrazia Cristiana. Faceva una scelta di fondo e di campo. Forza Italia era un partito di centrodestra. Sin dalla prima volta che ci ho parlato, lui mi meravigliò molto perché mi disse ‘è qui che dobbiamo fare un cambio’. Eravamo io e lui, soli, nel salottino di Arcore, con due dei suoi cani bianchi, e lui mi disse ‘Noi dobbiamo pensare che FI è un partito centrista’.

Mi disse ‘Noi non dobbiamo preoccuparci di essere alleati con un centrosinistra o con un centrodestra. Io ho inventato il centrodestra, come il centrosinistra, ma se noi torniamo al centro abbiamo la possibilità di vedere un’alleanza che non è soltanto con la destra, ma che è possibile anche con il PD“.

Fu una giornata particolare, vennero tanti onorevoli, e qualcuno gli ricordò che i suoi elettori non avrebbero mai capito questa cosa. Io invece condividevo molta di questa nuova politica che era il completamento della politica liberale. Lui voleva evitare che l’Italia potesse andare troppo a destra o troppo sinistra, lui non voleva che l’Italia diventasse destra centrica. Quando io l’ho frequentato spesso abbiamo scritto nei nostri comunicati centro-centro-destra. E più volte in vari articoli è stato sottolineato questo centro-centro. Quando abbiamo creato l’Universitas Libertatis l’abbiamo creata insieme per avere questo centro-centro, forse destra, ma sicuramente centro-centro“.

L’eredità di Berlusconi

Per Bandecchi l’eredità politica di Berlusconi non può essere raccolta dagli attuali leader di FDI e Lega:

Meloni e Salvini non possono essere gli eredi di questa tradizione politica. Primo per spessore personale, secondo per spessore politico, terzo per idee politiche. Nessuno dei due è mai stato un liberale: una è conservatrice e l’altro addirittura vede l’Europa come qualcosa che è fumo negli occhi. Siamo proprio fuori rotta. Tant’è vero che l’Italia era in mano alla destra-centro, ora invece è rimasta in mano alla destra, il centro è sparito. Sparisce entro un mese.

Il partito di Giorgia Meloni non è soltanto di Giorgia Meloni. Un partito politico non è mai solo di una persona. Giusto Forza Italia era riuscita a restare solo di una persona. Meloni è una persona capace, sicuramente è riuscita a trasformarsi e a diventare da persona di opposizione. Politico di governo e non tutti a casa sua lo hanno capito. Però a parte la pubblicità progresso io non vedo dei miglioramenti particolari. È stata una persona intelligente perché ha tenuto in piedi Salvini. Ricordiamoci che Giorgetti è un extra chiesto dalla Meloni.

Oggi con la morte di Silvio Berlusconi si aprono tanti scenari, sicuramente uno scenario economico, ribadisco, non so se la figlia voglia entrare in politica, ma non penso che gli italiani saranno così portati verso la monarchia. Per me c’è un cambiamento epocale: oggi si sono azzerati 30 anni di storia e questi 30 anni di storia ricominciano da capo. Oggi sono i primi anni ’90”

“Io ho degli scritti di pugno di Berlusconi dove lui mi elenca le persone che lui mi chiedeva di cercare persone per creare delle liste importanti e lui partiva con imprenditori di successo, liberi professionisti di livello, magistrati, professori universitari, giornalisti. Non ha mai scritto – con tutto il rispetto – muratori, falegnami, massai. Preferiva magistrati a cantanti, attori e ballerini. Lui cercava professionalità importanti. Che poi dopo abbia fatto entrare ballerini e cantanti.. era sempre un uomo di buon gusto. Mi ha meravigliato in una nostra ultima conversazione la sua preoccupazione perché in una battuta mi diceva ‘se a me cercano ancora vecchie amiche, devo rispondere’. Era una persona simpatica, fino all’ultimo lo è stata”.

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