Prove di modifiche al sistema giuridico nel ddl sul tavolo del pre-consiglio dei ministri, tenutosi oggi per fare il punto in vista del Cdm in programma domani.
Il governo discute sulle “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario”. È il contenuto degli otto articoli messi nero su bianco nella bozza del disegno di legge. Prevista una ridefinizione di questioni come l’abuso d’ufficio e il traffico di influenze illecite.
Un provvedimento che fa da apripista agli interventi di riforma della giustizia auspicati dal ministro competente Carlo Nordio. Lo stesso ministro ne aveva anticipato il contenuto durante il question time dello scorso 7 giugno. Nel dettaglio, tra le altre cose, il pacchetto introduce modifiche ai reati contro la pubblica amministrazione.
Dalle intercettazioni all’abuso d’ufficio, fino alle misure cautelari: cosa prevede la bozza del ddl sulla giustizia
Una delle novità più importanti contenute nella bozza è la stretta relativa alla pubblicazione di intercettazioni. Secondo le prime indiscrezioni riportate dall’AdnKronos, il ddl stabilisce che “il divieto di pubblicazione cada solo allorquando il contenuto intercettato sia ‘riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento'”. Inoltre “non può essere rilasciata copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti o e dai loro difensori”.
Raggiunto anche l’accordo politico in relazione all’abuso d’ufficio, che nelle scorse settimane aveva generato divergenze tra la maggioranza. Alla fine a spuntarla sembra essere stato lo stesso ministro Nordio, da sempre favorevole alla cancellazione del reato, viste anche le conseguenze che può avere sulla carriera politica degli amministratori.
Nuovi interventi anche per quanto riguarda le misure di custodia cautelare. Per l’applicazione di queste procedure sarà necessario l’interrogatorio di garanzia dell’indagato. Unica eccezione l’eventualità di un pericolo di fuga o di inquinamento delle prove.
Il ddl propone “un duplice ordine di modifiche alla disciplina delle misure cautelari personali: l’estensione del contraddittorio preventivo e la collegialità nella decisione sulla richiesta di applicazione della custodia in carcere in fase di indagini”. Si introduce “il principio del contraddittorio preventivo in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato ‘a sorpresa’”.
L’avviso di garanzia deve contenere una “descrizione sommaria del fatto”
Cambiamenti anche in relazione all’informazione di garanzia, che con il nuovo provvedimento dovrà contenere una “descrizione sommaria del fatto”.
Sebbene posta a tutela della persona sottoposta alle indagini, l’informazione di garanzia si è spesso trasformata nell’esposizione dell’indagato alla notorietà mediatica, con effetti stigmatizzanti.
Secondo la relazione illustrativa, il ddl prevede che “la notificazione avvenga con modalità che tutelino l’indagato da ogni conseguenza impropria”. La consegna dell’atto, “anche quando effettuata a persona diversa del destinatario” dev’essere effettuata “con modalità tali da garantire la riservatezza di quest’ultimo”.
Si è limitata la possibilità di impiego della polizia giudiziaria alle sole situazioni di urgenza che non consentano il ricorso alle modalità ordinarie.
Fonti di governo assicurano come la scelta di portare sul tavolo la riforma della giustizia in una settimana di lutto come questa non sia casuale.
Vuole essere anche un segnale sul solco dell’eredità politica lasciata da Silvio Berlusconi.
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