Cina e USA lavorano alla ricerca di un’intesa pur riconoscendo la complessità di fondo che vede le due potenze in un momento storico di grande tensione reciproca. Ci sono nuove difficoltà e nuove sfide, assicurano da Pechino, mentre Washington assicura l’importanza di “mantenere aperte le linee di comunicazione” per evitare “errori di valutazione e conflitto”. È successo durante l’ultimo colloquio avuto tra le parti portato avanti dai due capi delegazione delle diplomazie.

Tensione USA-Cina: laccusa di Pechino con Taiwan nel cuore

Secondo il Ministro degli Esteri Cinese, Qin Gang, la colpa è degli Stati Uniti se si è giunti a questa situazione. Tant’è che arriva la sollecitazione affinché si possa “tornare sulla strada di uno sviluppo sano e stabile”. La questione delle questioni rimane – neanche a dirlo – Taiwan. La situazione è chiara con la Cina che, innervosita da quella che considera una interferenza americana, rivendica la sovranità dell’isola. Una posizione reiterata da Oin Gang come ribadito dal Segretario di Stato americano Antony Blinken:

Pechino ha chiarito la solenne posizione sulle questioni fondamentali della Cina. Oin, infatti, non ha usato mezze parole e avrebbe chiesto agli USA – riporta l’AGI – di: “smettere di interferire negli affari interni della Cina, minare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina.

La mediazione americana

L’America è ben consapevole di tutto questo e, senza rinunciare alla posizione, cerca una mediazione. Un punto di incontro al momento introvabile. Una nota del dipartimento di stato americano, infatti, come riporta l’AGI, spiega che Antony Blinken:

Ha messo in chiaro che gli Stati Uniti continueranno a usare la diplomazia per sollevare aree di preoccupazione e di potenziale cooperazione.

Nel frattempo, non ci sono novità sul presunto viaggio in Cina da parte di Antony Blinken. Se n’era parlato nelle scorse settimane, ma al momento nessuno sviluppo.

Le altre questioni

Oltre alle divergenze su Taiwan, quindi circa tutto quello che concerne la situazione sul Mare Cinese Meridionale, la situazione tra USA e Cina rimane complessa su molti altri dossier. Lo scossone nelle relazioni si è verificato in occasione del pallone cinese sui cieli d’America e con lo stato americano che, quindi, continua a sospettare uno spionaggio da parte della Cina. Niente di più vero secondo la Cina. Pechino, infatti, ha smentito più volte le ricostruzioni del Wall Street Journal, in parte ridimensionate anche dalla Casa Bianca, e accusa Washington di “rumors e diffamazioni”.

Tensioni finanziarie

Le tensioni toccano anche il ramo finanziario dopo che il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, ha sostenuto che il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale dovrebbero “riflettere i valori americani” e servire da contrappeso ai prestiti “non trasparenti e insostenibili” emessi da altri, come la Cina. Pechino ancora una volta si mette sulla difensiva e respinge al mittente l’accusa replicando, anzitutto, che: “Fmi e World Bank non sono degli Usa”. la replica secca di Pechino, oggi, che difende i prestiti erogati a Paesi in via di sviluppo e critica gli Usa per avere “aumentato i tassi di interesse a un livello senza precedenti”. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha poi criticato gli USA per aver:

Aumentato i tassi di interesse a un livello senza precedenti, esacerbando i problemi del debito dei Paesi interessati e provocando grandi turbolenze sul mercato finanziario globale”. Gli Stati Uniti, ha aggiunto il portavoce, dovrebbero intraprendere “azioni concrete” per aiutare i Paesi in via di sviluppo “invece di introdurre il confronto geopolitico nelle istituzioni finanziarie multilaterali.