La crisi di Forza Italia potrebbe mandare a casa Giorgia Meloni e portare nuovamente l’Italia sotto la guida di un nuovo Governo tecnico? Calcolare il rischio di questa eventualità oggi è difficile, ma i timori indubbiamente non mancano. La sopravvivenza del governo Meloni è infatti strettamente legata alla tenuta di Forza Italia, il partner della maggioranza che ora traballa in attesa di capire come sopravvivere alla morte del suo fondatore.
La scomparsa di Berlusconi cambia, indubbiamente, le carte in tavola per la premier. Nei prossimi mesi Giorgia Meloni dovrà proteggere la sua coalizione tanto dai rischi di una crescente instabilità interna quanto dai possibili attacchi provenienti dall’esterno. Preservare Forza Italia è dunque per Meloni prioritario, anche in vista delle prossime elezioni europee e della costruzione di quell’asse conservatori-popolari a cui la presidente del Consiglio lavora da mesi.
La sfida di Giorgia Meloni: preservare Forza Italia e scongiurare l’ipotesi di un governo tecnico
Sono ancora timidi mormorii, ma i timori che la maggioranza di Giorgia Meloni possa non reggere l’urto di uno sfaldamento di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi, aprendo così al ritorno di un governo tecnico, ci sono.
Superata la fase del lutto – oggi i funerali dell’ex premier a Milano – il partito azzurro dovrà infatti sciogliere non pochi nodi. A partire dal tema dei debiti del partito nei confronti della famiglia Berlusconi fino all’annosa questione della leadership, le incognite sono ad oggi molte. Ciò che è certo, però, è che il destino dell’attuale maggioranza di Governo è strettamente intrecciato a quello di Forza Italia.
Il timore fondamentale è che l’incertezza sul futuro del partito spinga molti parlamentari a ricollocarsi altrove. Magari rafforzando le file di FdI e Lega, magari rimpolpando quelle dei partiti del Terzo polo.
Ci sono però altre due ragioni fondamentali per cui Giorgia Meloni teme, ora più che mai, lo sfaldamento di Forza Italia.
Il primo motivo riguarda le prossime elezioni europee del 2024. Da mesi Giorgia Meloni sta lavorando per saldare l’alleanza tra i conservatori e i popolari europei. La riuscita di questa operazione garantirebbe infatti l’addio alla «maggioranza Ursula» che ha guidato l’Europa fino ad oggi e inaugurerebbe, anche nel continente, un nuovo corso politico interamente guidato dal centrodestra. Per riuscire nell’intento, tuttavia, alla premier serve che Forza Italia, sia in Italia che nel Ppe, rimanga forte e coesa.
La piena sopravvivenza di FI fino al prossimo giugno è dunque l’obiettivo minimo della premier. Anche se, come è evidente, dominarne fino a quel momento l’instabilità non sarà certo banale.
L’obiettivo fondamentale, invece, è prevenire la caduta dell’esecutivo e il successivo intervento del Quirinale a favore di un Governo tecnico. Secondo le indiscrezioni, pur di evitare un simile fallimento – per lei e per il Paese – la presidente del Consiglio sarebbe disposta a stringere addirittura un patto con la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Più del fronte interno, tuttavia, a impensierire Giorgia Meloni è il quadro esterno. E in particolare i rapporti con l’Europa. I problemi che circondano l’attuazione del Pnrr preoccupano Bruxelles che inizia a dubitare seriamente della capacità del Governo di mettere a terra le risorse europee. Potrebbe allora l’Europa provare a dare una spallata al governo Meloni per favorire l’arrivo di un Governo tecnico in grado di gestire l’attuazione del piano italiano?
Un politico navigato come Meloni non può certamente ignorare neanche questa ipotesi. Occorre allora che la premier lavori duramente per ricostruire uno scenario che, con la scomparsa di Silvio Berlusconi, la mette profondamente a rischio.