Quali sono i requisiti per la pensione 2023? Quanti anni di contributi sono necessari per poter andare in pensione? In quale momento è possibile pensionarsi con un assegno fino a 1.500 euro al mese? I lavoratori nel 2023 possono beneficiare di almeno tre regimi previdenziali con accesso immediato, con requisiti meno stringenti rispetto a quelli ordinari previsti dalla legge Fornero. Analizziamo nel dettaglio le principali formule previdenziali che presentano requisiti particolarmente accessibili ai lavoratori.

Pensione requisiti 2023

Venti, quarantuno, trenta, trentacinque. Sono questi gli anni contributi previsti per andare in pensione nel 2023. Venti anni sono necessari  la pensione di vecchiaia e per l’accesso a vari trattamenti assistenziali.

Quarantuno anni rappresentano il requisito contributivo attuale per la Quota 103. Trent’anni sono sufficienti per accedere all’anticipo pensionistico garantito dallo Stato, con altre condizioni incluse.

Infine, trentacinque anni di contributi sono necessari per accedere a diverse formule previdenziali come Opzione donna, Quota 41 precoci e così via. Tuttavia, oggi più che mai, c’è l’esigenza di comprendere come andare in pensione immediatamente.

La riforma previdenziale ha lasciato a desiderare, con troppi indugi e deviazioni, senza seminare nulla di buono.  

 Quanti anni di contributi bisogna avere per andare in pensione?

Attualmente, la misura previdenziale Quota 102 è stata sostituita da Quota 103, che permette di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi, inclusi altri condizioni, a condizione che tali requisiti siano soddisfatti entro il 31 dicembre 2023.

I lavoratori impiegati in attività usuranti possono accedere al trattamento previdenziale con requisiti ridotti rispetto a quelli ordinari.

Questa prestazione economica previdenziale è regolamentata dal decreto Legislativo n. 67/2011. Pertanto, i lavoratori impiegati sulla linea di catena o in attività lavorativa notturna a turni possono andare in pensione con requisiti meno rigidi.

L’INPS, nel messaggio n. 1100/2023, rende note le regole per i lavoratori che maturano i requisiti agevolati e possono andare in pensione a 61 anni, e 7 mesi e 35 anni di contributi, inclusa la considerazione della durata lavorativa.

È importante ricordare che, per andare in pensione con i requisiti agevolati, è indispensabile aver svolto un lavoro usurante da almeno 7 anni su 10, o 6 su 7 anni lavorativi, o per almeno la metà della carriera lavorativa.  

 In quale momento è possibile pensionarsi con un assegno fino a 1.500 euro al mese?

Bastano 63 anni di età e 32 anni di contribuzione per ricevere un assegno mensile fino a 1.500 euro, a condizione che sia stata svolta un’attività gravosa inclusa nell’elenco delle categorie meritevoli di tutela previdenziale. Maggiori dettagli sono disponibili nel sito ufficiale dell’INPS, alla pagina dedicata alla misura Ape Sociale.

In particolare, i lavoratori che raggiungono 63 anni di età possono ricevere un’indennità fino a 1.500 euro mensili per un periodo complessivo di 12 mensilità.

L’accesso al trattamento economico previdenziale ordinario sarà possibile al compimento dei 67 anni di età, a condizione di soddisfare il requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia o il requisito contributivo previsto per la pensione anticipata ordinaria.

Tuttavia, questa formula previdenziale comporta alcune limitazioni, come l’esclusione dalla pensione di reversibilità, dalla tredicesima mensilità e dall’adeguamento annuale.

Per accedere a questo trattamento, è necessario aver maturato un’anzianità contributiva di 36 o 32 anni, a seconda della tipologia di lavoro, e aver svolto un’attività gravosa da almeno 7 anni su 10, o 6 su 7 anni lavorativi, o per almeno la metà della carriera lavorativa.  

Quali sono i requisiti per la pensione 2023?

Nei paragrafi precedenti, abbiamo brevemente analizzato i requisiti previsti per il pensionamento a 61 e 63 anni di età, con almeno 35 anni di contributi.

Tuttavia, esiste anche un’altra formula previdenziale che permette di andare in pensione esclusivamente con il requisito contributivo, a prescindere dall’età anagrafica al momento della presentazione della richiesta.

Si tratta della misura Quota 41 precoci, che consente di anticipare l’uscita dal lavoro prima dei 67 anni di età, a condizione che il lavoratore soddisfi i requisiti di legge e altri criteri.

I lavoratori che rientrano nelle categorie di maggior tutela previdenziale e hanno maturato un anno di contribuzione prima dei 19 anni, possono andare in pensione esclusivamente con 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi.