Il nuovo rapporto UNHCR sui migranti segnala un triste record: tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023 le persone costrette a fuggine dalle proprie case e migrare in altre zone del mondo hanno raggiunto quota 110milioni.
ll dato è stato esposto oggi a Ginevra da Filippo Grandi, Alto Commissario per i rifugiati, e fa parte del rapporto “Global Trends in Forced Displacement 2022”, presentato in vista della Giornata mondiale del rifugiato il 20 giungo. Per quella data è previsto anche il lancio della campagna globale di sensibilizzazione “Hope away from home”.
Già alla fine dell’anno scorso si delineavano nettamente le tendenze drammatiche della crescita di migranti nel mondo: le persone costrette alla fuga erano aumentate di 19,1 milioni di unità rispetto all’anno prima. Nei primi mesi del 2023, come se già non bastasse, l’emigrazione ha visto un’ulteriore incremento di 2 milioni, arrivando a toccare la cifra impressionante di 110 milioni di esseri umani obbligati a scappare dai propri Paesi natali.
A trainare questa triste tendenza sono i due conflitti in Ucraina e in Sudan, entrambi matrici di distruzione, povertà e fame.
Rapporto migranti dell’ UNHCR: “Numero crescente di sfollati interni”
Già nel 2021, l’UNHCR aveva lanciato un allarme inequivocabile: il mondo si avviava a contare 100 milioni di sfollati complessivi. I dati presentati oggi dicono che il numero dei fuggitivi è aumentato del 10% in soli due anni: 1 persona su 74 oggi è costretta ad abbandonare la propria casa.
Il rapporto si sofferma anche sulla composizione di quell’impressionante numero di persone che in un anno si sono trovate cacciate dalla propria terra per via di clima, guerre, malattie o instabilità politica. Di 110 milioni, circa 35,3 sono rifugiati, ossia persone che hanno attraversato un confine nazionale per trovare sicurezza in un altro Paese. Ma il 58% dei migranti, ossia 62,5 milioni di persone, sono protagoniste di una migrazione interna. Risultano cioè sfollate all’interno del loro stesso Paese e costrette a spostarsi dalla loro casa, spesso perché distrutta.
Circa la metà del totale dei rifugiati nel mondo, inoltre, arrivano da Siria, Ucraina e Afghanistan.
Grandi: “C’è ancora molta ostilità nell’accoglienza, ma positivo il dato sui ritorni volontari”
Filippo Grandi, a commento dei dati esposti, ha espresso preoccupazione per l’inasprimento delle norme di ammissione dei rifugiati in alcuni Paesi, che però si è astenuto dal nominare esplicitamente. Sicuramente positivo, invece, è l’accordo raggiunto tra i Ministri Ue per la condivisione delle responsabilità in materia di immigrazione.
Un’altra nota positiva che emerge nel rapporto dell’UNHCR e su cui Grandi si sofferma è quello che riguarda i ritorni volontari. Alcuni di coloro che sono costretti a fuggire, infatti, riescono a rientrare nei loro Paesi in sicurezza. Nel 2022 sono stati 339.000 i rifugiati che sono tornati in 38 paesi diversi: si tratta di una quota più bassa rispetto al 2021, ma è significativo che molti di questi rientri si siano verificanti in luoghi particolarmente toccati da guerre e povertà come Sud Sudan, Siria, Camerun e Costa d’Avorio.
E in Italia? Al momento nel Bel Paese si contano 354,414 rifugiati, di cui il 41% proveniente dalla sola Ucraina. Nel Nostro Paese, inoltre, l’Agenzia per i rifugiati ha elaborato la Carta per l’Integrazione, adottata dai Comuni di Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino, che costituisce uno strumento importante per l’accettazione dei migranti presenti sul suolo nazionale.
La rappresentate dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, Chiara Cardoletti, ha detto all’Ansa che
I rifugiati desiderano opportunità, non assistenza. Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo, coinvolgendo le città, le aziende, il terzo settore, e tanti altri attori competenti.