14mila sono le famiglie in graduatoria per una casa popolare, 11 i provvedimenti di sfratto che arrivano ogni giorno legati alla morosità degli inquilini, 5 dei quali eseguiti con l’aiuto delle forze pubbliche: questi i dati comunicati dalla Caritas Roma oggi , mercoledì 14 giugno 2023, e che riguardano la Capitale. L’emergenza abitativa in città come Roma si fa sempre più sentire.

Emergenza case: i dati della Caritas Roma

Il quadro che è stato delineato oggi è a dir poco preoccupante. Oltre ai numeri delle famiglie che richiedono gli alloggi popolari e quelli sugli sfratti, ne sono emersi anche altri non positivi. Mille persone circa, ad esempio, vivono in residence messi a disposizione dal Comune (che gravano quindi e non di poco sulle casse dell’amministrazione), 4mila invece sono le famiglie che abitano in posti informali e organizzati.

Infine ci sono le persone senza tetto o senza fissa dimora. Secondo le analisi dell’Istat, queste sarebbero almeno 23.420 nell’Area metropolitana di Roma, la maggior parte nella Capitale.

Le dichiarazioni di Giustino Trincia

A commentare i dati sulla situazione attuale delle case a Roma è stato Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, il quale ha presentato il quaderno di studi “Diritto all’abitare e solidarietà” secondo numero della collana “Sguardi”:

Non è più il tempo per limitarsi al generico grido di allarme, al generico appello alle istituzioni e alle forze politiche. Il tempo che abbiamo dinanzi è ormai quello di una mobilitazione più ampia della città; accanto, ovviamente, a quella della richiesta di una più forte assunzione di primarie e insostituibili responsabilità da parte delle istituzioni.

Nel documento stilato dagli esperti inoltre si legge che il vero problema della casa oggi non è solo nella domanda, ma anche e soprattutto il rapporto tra la domanda e l’offerta. Nel testo si legge:

Il “vero vuoto” edilizio è anzitutto l’esistenza di troppe case senza abitanti e troppi abitanti senza casa. La questione è il mancato incontro tra una domanda ritenuta debole, non sufficientemente di garanzia e sempre più spesso non in grado di pagare, con un’offerta che ha aspettative di rendita fuori misura.

Proprio su queste considerazioni nascono poi le buone prassi sperimentate nelle comunità ecclesiastiche di Roma, come

Il “tutor per l’abitazione” che ha favorito l’autonomia abitativa a oltre 200 immigrati e rifugiati; il co-housing, che permette un alloggio adeguato e sicuro a persone senza dimora, famiglie in difficoltà, titolari di protezione internazionale; la consulenza e l’assistenza in ambito locatizio per le persone più fragili.

Sempre all’interno del quaderno di studi “Diritto all’abitare e solidarietà” secondo numero della collana “Sguardi”, si leggono anche diverse proposte e linee di riflessioni per

Muoverci oltre e più nel merito della questione abitativa: promuovere un «nuovo patto sociale tra proprietari e chi è alla ricerca di un appartamento perché la fiducia tra i due soggetti è il tratto determinante che non trova oggi nessun luogo di approfondita conoscenza; trovare il coraggio di sperimentare strade nuove per dimostrare che il diritto viene prima della norma e che la buona volontà delle persone, con la prudenza e il realismo necessari, può portare a soluzioni inedite, giuste, equilibrate e possibili.

E ancora:

Realizzare una mappatura della situazione abitativa reale per avere le evidenze puntuali delle situazioni di disagio, sia sul versante dell’edilizia privata, sia nei concentramenti di edilizia residenziale pubblica; aprire una discussione franca, serena e costruttiva, su un diverso uso degli spazi a disposizione, sia pubblici e dei beni ecclesiali, per progettare delle ristrutturazioni che consentano di costruire alloggi e spazi di accoglienza.

Infine, come scrive Giustino Trincia:

Il “Piano Strategico per il Diritto all’Abitare 2023-2026”, varato di recente da Roma Capitale sembra aprire uno scenario, uno spazio di riflessione incoraggiante, su cui tutti sono chiamati a dare un contributo franco e costruttivo. Il nostro sincero auspicio è che di fronte alla gravissima condizione abitativa romana si possa registrare la più ampia convergenza delle forze politiche e sindacali della città per riuscire a dare risposte finalmente nuove e soprattutto concrete ad esigenze non rinviabili per decine di migliaia di persone e di famiglie.