Investe la moglie e un’amica, uccidendo quest’ultima: ora Piero Maurizio Nasca, l’uomo di 52 anni consegnatosi alla polizia subito dopo i fatti, avvenuti a Catania, confessa di aver agito “solo per spaventarle”. Lo ha dichiarato nella giornata di ieri, 13 giugno, nel corso della convalida del fermo da parte del gip, Marina Rizza. È accusato di omicidio e tentato omicidio aggravati. Il movente sarebbe di tipo passionale.

Investe la moglie e un’amica, uccidendo quest’ultima, poi dichiara: “Volevo solo spaventarle”

Le avrebbe aggredite – travolgendole con la propria autovettura – perché la moglie aveva deciso di lasciarlo, annunciandogli che non sarebbe tornata a casa con lui, nel corso di un incontro chiarificatore a cui aveva partecipato anche un’amica di lei. Si trovavano lungo la Strada Ottava, nella periferia di Catania, nei pressi della clinica in cui Nasca era stato da poco ricoverato per curare alcuni problemi di natura psichica.

Mentre le donne si allontanavo a piedi, l’uomo, 52 anni, seguendo un copione purtroppo già visto, gli sarebbe andato incontro con la macchina, ferendo la moglie, Anna Longo, 56 anni, e uccidendo l’amica, Cettina De Bormida, 69 anni, al suo fianco per supportarla nella difficile scelta, “solo per spaventarle”. È quello che avrebbe dichiarato ieri, 13 giugno, davanti al gip, nel corso dell’udienza di convalida del fermo.

Si era presentato in questura poco dopo i fatti, ammettendo le sue responsabilità e chiedendo informazioni sulle condizioni di salute delle due. Una volta appreso che “Cetti”, come tutti la chiamavano in città, era deceduta sul colpo, avrebbe mostrato “soddisfazione”, come se meritasse quella fine, poiché “colpevole” di aver appoggiato la moglie nella sua decisione di mettere fine alla loro relazione.

Prima aveva confessato di averle volute uccidere, quindi. Con il passare dei giorni, assistito dai suoi avvocati, avrebbe cambiato versione, sostenendo di voler mettere loro paura. È accusato di omicidio e tentato omicidio aggravati.

Il tentativo di suicidio

Davanti al giudice che lo ha interrogato, Piero Maurizio Nasca avrebbe anche parlato di un tentato suicidio avvenuto nel 2022, in seguito al quale sarebbe stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso), nella clinica dove si trovava anche il giorno del delitto. Sabato, dopo aver ricevuto la notizia che non avrebbe mai voluto ricevere dalla moglie,

ha fatto marcia indietro (con la sua auto, investendole, ndr) e quando si è reso conto di quello che aveva fatto ha chiamato la polizia,

ha dichiarato il suo avvocato, che avrebbe chiesto di poter visionare le sue cartelle mediche per valutarne le effettive condizioni di salute. Un modo per capire, forse, anche se fosse in grado di intendere e di volere. Sembra però che l’uomo fosse già finito nei guai, in precedenza, per violenza. Nel 2018 la moglie lo avrebbe denunciato per maltrattamenti e reati contro il patrimonio, facendolo finire a processo.

Apparentemente, vista la fragile situazione familiare, anche questa tragedia – come molti casi di femminicidio dimostrano – avrebbe potuto essere evitata, se ci si fosse mossi per tempo. Dall’inizio del 2023 ammontano già a più di cinquanta le donne uccise in ambito familiare-affettivo. Si tratta, in molti casi, di vittime di mariti, fidanzati e compagni gelosi fino all’ossessione, che non accettano che qualcun’altro possa scegliere al posto loro e rifiutano, quindi, di essere lasciati, preferendo mettere la parola “fine”.

Commentando la terribile notizia dell’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa a Senago dal convivente, Alessandro Impagnatiello, la pm Letizia Mennella aveva dichiarato, non a caso:

Quello che è veramente importante è che questa vicenda deve insegnare a noi donne a non andare mai all’incontro ’della spiegazione’. È un momento da non vivere mai, perché estremamente pericoloso.

Lo dimostra anche questo caso.