È il 2005 e l’OMS ritiene opportuno sensibilizzare la popolazione sull’importanza e il valore della cessione volontaria del proprio sangue, pratica che può salvare ogni anno migliaia di vite: nasce così la giornata mondiale della donazione del sangue, che ricorre ogni anno piropo il 14 giugno. Questa data, 14 giugno, rappresenta un giorno importante per la storia della medicina: è questo infatti il giorno di nascita di Karl Landsteiner, nato a Vienna nel 1868 e premio Nobel per la scoperta dei gruppi sanguigni ABO.

La giornata mondiale del donatore di sangue costituisce ance un’occasione preziosa per riflettere a proposito di quanto questa virtuosa abitudine, che garantisce trasfusioni sicure e controllate, sia diffusa nel nostro Paese. Poco, purtroppo. Secondo il Ministro della Salute Orazio Schillaci, infatti, «solo il 2,7% della popolazione italiana dona il sangue»: una percentuale troppo bassa vista l’importanza medica delle trasfusioni di sangue, fondamentali per salvare vite.

Giornata mondiale della donazione del sangue, Schillaci: “Gesto gratuito e indolore che può salvare 1.800 vite al giorno”

Il Ministro della salute ha presentato oggi la Campagna nazionale per la donazione di sangue e plasma 2023, dal titolo «Dona vita dona sangue» e ha colto l’occasione per rilanciare «con forza il messaggio e l’appello a donare: è un gesto responsabile, gratuito, sicuro, indolore che può salvare 1.800 vite al giorno».

Osservando i dati del 2022, sebbene il numero di donatori complessivo in Italia rimanga piuttosto contenuto, si nota un pallido aumento della raccolta di sangue (+0,4%), che si avvicina sempre di più ai livelli pre Covid. La pandemia ha costituito un’inevitabile battuta di arresto per le donazioni di sangue, ma il Ministro spera che la sensibilizzazione sul tema riesca a riportare molti italiani alla pratica della donazione.

Sicuramente il numero di trasfusioni che ogni anno vengono operate in Italia dimostra senza se né ma che c’è un disperato bisogno di più donatori del sangue. Nel 2022 sono state effettuate ben 2,8 milioni di trasfusioni, rese possibili proprio dalle persone che decidono volontariamente di cedere il proprio sangue e il proprio plasma.

L’allarme di Schillaci: “Troppo pochi i donatori giovani”

Non rispondono bene all’appello di Schillaci sulla donazione del sangue i cittadini più giovani. Il Ministro della Salute denuncia infatti come sia in atto un «progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori». Infatti, nel 2023 si è registrato un calo del 2% nel numero di donatori tra i 18 e i 35 anni. Da qui la necessità di in investire su una campagna nazionale che formi adeguatamente i più giovani sulla pratica della donazione e li involgi a cominciare:

La campagna, ha spiegato, è uno sforzo importante e sinergico che mettiamo in campo per raggiungere e coinvolgere quanti più cittadini possibile dai 18 ai 65 anni. Lo facciamo con attività di comunicazione e una grande rete di eventi.

Oltre a questo, il fine dell’iniziativa del Ministero è anche quella di fidelizzare chi dona solo occasionalmente, in modo da aumentare e stabilizzare il numero delle sacche di sangue a disposizione dei centri trasfusionali degli ospedali. Inoltre, visto che sono soprattutto i più anziani a prendere a cuore il progetto della donazione, Schillaci annuncia che

Per questo abbiamo anche presentato una proposta di modifica normativa per snellire la possibilità di accesso alla donazione estendendo l’età fino a 70 anni.

La misura innalzerebbe di 10 anni il limite massimo per cominciare a donare.

Infine, il Ministro si sofferma su un altro problema della donazione di sangue in Italia: mancano donatori di plasma. Si tratta della parte liquida del sangue e di una componente fondamentale per la creazione di farmaci salvavita come albumina e immunoglobuline. Nel 2022 si sono raccolti ben 19mila kg di plasma in meno rispetto al 2021. Il dato è preoccupante e va associato all’azione della variante Omicron nei primi mesi dell’anno scorso, la cui diffusione ha impedito molti di recarsi in ospedale a donare.