È stata condannata a 6 mesi di carcere con l’accusa di possesso di sostanze stupefacenti, Ilaria De Rosa, l’hostess italiana arrestata in Arabia Saudita lo scorso maggio. La sentenza è stata pronunciata nella giornata di ieri da un giudice locale, alla presenza del console italiano, Leonardo Maria Costa e della sorella dell’imputata, Laura. Stando a quanto riferito da fonti informate, la ragazza sarebbe provata, ma in buone condizioni di salute. I suoi legali dovranno ora valutare se ricorrere o meno contro la decisione.

Hostess italiana arrestata in Arabia Saudita condannata a 6 mesi di carcere

La decisione del giudice locale è arrivata al termine di una camera di consiglio durata circa due ore. Ilaria De Rosa è stata alla fine condannata a 6 mesi di carcere con l’accusa di possesso di sostanze stupefacenti. Secondo le autorità locali, che l’avevano tratta in arresto – lo scorso maggio – insieme ad altre persone, sarebbe stata trovata in possesso di uno spinello.

Un’accusa che lei ha sempre negato con convinzione, anche nel corso di un colloquio avuto con il console italiano a Gedda, Leonardo Maria Costa, nei giorni successivi al fermo, davanti al quale aveva smentito di fare uso di sostanze di qualunque tipo. Il suo caso aveva iniziato ad interessare le cronache nazionali dopo che la famiglia, non riuscendo a mettersi in contatto con lei, ne aveva denunciato “la scomparsa”.

Dopo giorni di ricerche, le autorità italiane in Arabia erano riuscite ad ottenere sue notizie, venendo a conoscenza del fatto che fosse stata arrestata. Stando ai suoi racconti, sarebbe stata prelevata con la forza da alcuni poliziotti in borghese nel corso di una serata a casa di un amico, dopo essere stata perlustrata “in modo invadente” ed essere stata costretta a firmare un documento di cui non aveva capito il contenuto.

Ora, insieme ai legali che la sostengono, dovrà valutare se ricorrere o meno contro la sentenza emanata dal giudice locale, chiedendo giustizia. Si dichiara, infatti, innocente.

L’opinione della madre

Dopo l’allarme dei genitori, il caso dell’hostess italiana era finito al tavolo della Farnesina. La vicenda, infatti, era apparsa fin da subito molto delicata. Nonostante sia stata condannata a 6 mesi di carcere, De Rosa avrebbe infatti potuto rischiare molto di più, perfino la vita. In Arabia Saudita la legge non distingue tra il possesso di sostanze stupefacenti e lo spaccio e, non esistendo un codice penale vero e proprio, è il giudice, a seconda dei casi, a decidere quale sia la pena più giusta da contestare all’imputato, basandosi sulla legge islamica e su quella consuetudinaria, non fissata da norme ma divenuta “consueta, normale” e quindi, in un certo senso, obbligatoria.

Mia figlia è abituata a lavorare all’estero, sa bene che in Paesi come l’Arabia Saudita è pericoloso farsi trovare con stupefacenti addosso,

aveva dichiarato la madre subito dopo aver appreso la notizia del suo arresto. E aveva aggiunto che, stando a quanto saputo dalla Farnesina, lo spinello rinvenuto nel corso della perquisizione sarebbe appartenuto ad un’altra persona, non a lei. Secondo lei, la figlia, che comunque non faceva uso di droga, non si sarebbe mai azzardata a tenerla con sé, essendo a conoscenza delle leggi particolarmente dure del Paese in cui si trovava.

Gli altri ragazzi fermati insieme a lei sarebbero stati condannati a 1 anno e 6 mesi di carcere. Lei, dicono fonti informate, sarebbe molto provata, ma in buone condizioni di salute. Bisognerà capire come gli avvocati che la assistono decideranno di muoversi e se proveranno ad insistere o meno sulla sua innocenza. Per ora, almeno da parte saudita, il verdetto è stato emesso.