Quando una cartella esattoriale è prescritta?  Quali debiti esattoriali non si eliminano senza ricorrere alla Rottamazione quater? Come posso capire se una cartella esattoriale è prescritta? Quando un debito non è più esigibile? L’Agenzia delle Entrate – Riscossione consente l’adesione alla Rottamazione quater fino al 30 giugno 2023.

Tuttavia, qualche cartella esattoriale potrebbe risultare prescritta, quindi il contribuente dovrebbe richiedere la cancellazione del ruolo. In questi casi, la prospettiva del debito cambia poiché diventa inefficace e quindi non più dovuto. Analizziamo nel dettaglio le caratteristiche della prescrizione dei debiti tributari senza ricorrere alla Rottamazione quater.

Prescrizione cartelle esattoriali senza l’opzione della Rottamazione quater

Con il termine “prescrizione” si indicata la scadenza di un credito, ovvero il termine ultimo entro cui il credito non può essere soddisfatto.

In altre parole, una volta trascorso un periodo specifico, il debito perde efficacia e non può più essere richiesto.

Allo stesso modo, la parte di un debito contenuta in una cartella esattoriale prescritta dovrebbe essere considerata prescritta.

Tuttavia, prima di cantar vittoria e parlare di un debito non più dovuto, è necessario considerare altri aspetti normativi, inclusi gli atti interruttivi della prescrizione che impediscono la perdita del credito.

Quando una cartella esattoriale è prescritta?  

La cartella di pagamento è l’atto utilizzato dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione per recuperare i crediti vantati dagli enti impositori, come l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, i Comuni e così via.

La prescrizione del debito dovrebbe rendere inefficace la cartella esattoriale e, quindi, il debito iscritto a ruolo dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione o altro ente creditore non è esigibile.  Ciò significa che la cartella di pagamento perde la qualità di titolo esecutivo.

Tuttavia, l’assenza di una regolamentazione dettagliata rende difficile ogni interpretazione. Diverse sentenze giurisprudenziali hanno affrontato varie questioni tra contribuenti e l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

In particolare, la giurisprudenza ha delineato un quadro per la prescrizione delle cartelle esattoriali, permettendo la decadenza del titolo esecutivo correlato alla prescrizione del debito.

È importante ricordare che non tutti i debiti scadono nel medesimo periodo, ma  il termine varia in base alla natura del credito.

Pertanto, spesso si sente parlare di debiti prescritti dopo 3 anni, mentre altri possono avere una scadenza decennale.

Come capire se una cartella esattoriale è andata in prescrizione?

Il contribuente che intende verificare se ci sono cartelle esattoriali prescritte nel debito iscritto a ruolo deve richiedere all’Agenzia delle Entrate – Riscossione una copia dell’estratto di ruolo insieme alla relata di notifica delle cartelle.

Infatti, è solo controllando la data dell’ultima notifica che è possibile verificare se la prescrizione è in corso. Ma soprattutto, è necessario verificare l’assenza di solleciti di pagamento o, più comunemente, gli “atti interruttivi della prescrizione”.

Il termine di prescrizione, se interrotto, ricomincia ogni volta che il contribuente riceve tale atto. In generale, l’atto interruttivo arriva in prossimità della scadenza di prescrizione.

Nell’ipotesi in cui dall’estratto di ruolo emergono delle cartelle esattoriali non notificate o di cui il contribuente non ricorda l’esistenza, è possibile impugnale per vizio di forma.

Tuttavia, è necessario presentare una richiesta di accesso agli atti amministrativi, chiedendo la copia della notifica.

Quando un debito non è più esigibile?

Un debito non è più esigibili, quindi non più dovuto, dopo un determinato periodo di tempo.

Ad esempio, un debito di natura illecita si prescrive dopo 5 anni.

Quali debiti esattoriali non si eliminano senza ricorrere alla Rottamazione quater?

I contribuenti che intendono valutare l‘opzione della prescrizione senza ricorrere alla Rottamazione quater delle cartelle esattoriali devono considerare altri aspetti.

Per quanto riguarda i debiti dovuti per omissione delle imposte IVA, IRPEF, Imposta di bollo, Imposte catastali e ipotecarie, Canone Rai e IRES, non sono più dovuti dopo 5 anni.

In particolare, cadono in prescrizione dopo un quinquennio, a condizione che non sia intervenuto un atto interruttivo della prescrizione.

La tassa regionale, ovvero il bollo auto, cade in prescrizione dopo 3 anni.

Per le altre tasse locali, come IMU, TARI E TASI il termine di prescrizione è di 5 anni.

Le multe amministrative, civili e penali, nonché le infrazioni al Codice della Strada, si prescrivono dopo 5 anni.

Infine, l’omessa regolarizzazione dei versamenti contributi INPS o INAIL cade in prescrizione dopo 5 anni.

In linea generale, la prescrizione dovrebbe attivarsi automaticamente. Purtroppo, ciò non avviene (quasi) mai.

Per questo motivo, il contribuente deve richiedere la prescrizione di un debito presentando ricorso al TAR. Tale atto può essere presentato autonomamente dal contribuente o con l’assistenza di un legale. Il ricorso per valori inferiori a 3.000 euro non prevede spese.