Il progetto GOOD (AGrOecOlogy for weeDs) sta cercando soluzioni innovative e sostenibili per ridurre l’uso degli erbicidi nelle aree coltivate.
In particolare, l’Università di Pisa, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, sta studiando l’efficacia dei microrganismi autoctoni presenti nel terreno per aumentare la resistenza delle piante coltivate contro le erbe infestanti.
Il progetto GOOD, finanziato nel programma Horizon Europe, mira a promuovere la transizione verso agroecosistemi sostenibili e a ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030.
La resistenza delle piante con il progetto GOOD
I ricercatori dell’Università di Pisa stanno identificando e moltiplicando i microrganismi benefici autoctoni presenti nel terreno di sette paesi europei.
Questi microrganismi verranno utilizzati per inoculare i semi delle piante di copertura, al fine di aumentarne la capacità di competere con le erbe infestanti.
Questo approccio mira a favorire la resistenza naturale delle piante, riducendo così la dipendenza dagli erbicidi.
Il ruolo dell’agroecologia nel progetto GOOD per la gestione delle erbe infestanti
Le erbe infestanti rappresentano una sfida significativa per la sostenibilità dei sistemi agricoli.
L’agroecologia offre un approccio olistico che privilegia l’uso di processi ecologici per l’agricoltura.
Integrando i principi dell’agroecologia, è possibile lavorare in sinergia con la natura e i servizi ecosistemici, aumentando la circolarità, la diversificazione e l’autonomia delle aziende agricole.
L’agroecologia può quindi contribuire a rompere il circolo vizioso della dipendenza dagli erbicidi nella gestione delle erbe infestanti.
(Leggi anche l’articolo “Agroecologia: come mangiare nel rispetto dell’ambiente”)
L’obiettivo di ridurre l’uso degli erbicidi
L’uso degli erbicidi rappresenta una delle principali preoccupazioni per l’ambiente, gli organismi non bersaglio e la salute umana e animale.
Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030.
Il progetto GOOD si inserisce in questa direzione, contribuendo allo sviluppo di strategie innovative per ridurre la dipendenza dagli erbicidi e promuovere sistemi agricoli resilienti e produttivi.
(Leggi anche l’articolo “Pesticidi usati in agricoltura, troppi in Italia”)
Il ruolo del progetto GOOD nell’agroecologia
Il progetto europeo GOOD coinvolge 20 partner provenienti da 11 paesi europei.
Questi paesi rappresentano diverse regioni pedo-climatiche e sistemi produttivi agricoli.
Attraverso la creazione di una rete europea per la gestione agroecologica delle piante infestanti, il progetto GOOD mira a condividere conoscenze ed esperienze, promuovendo la transizione verso agroecosistemi sostenibili.
Inoltre, il progetto si collega ad altre iniziative e reti che operano nel campo dell’agroecologia e della gestione integrata dei pesticidi.
I Living Labs nel progetto GOOD
Il progetto GOOD prevede la creazione di 16 Living Labs, che fungono da centri di ricerca e sperimentazione.
Questi Living Labs saranno distribuiti in diverse regioni pedo-climatiche europee e avranno lo scopo di promuovere l’adozione di pratiche agroecologiche e la condivisione di conoscenze.
Attraverso l’interazione con altre reti di ricerca, i Living Labs contribuiranno alla creazione di sinergie e all’accelerazione della transizione verso sistemi agricoli sostenibili.
Il ruolo dell’Italia nel progetto GOOD
L’Italia partecipa attivamente al progetto GOOD attraverso la collaborazione di diverse istituzioni e organizzazioni.
Tra i partecipanti italiani ci sono l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università di Catania e l’Università di Pisa.
La partecipazione italiana garantisce una rappresentanza significativa e un contributo importante alle attività di ricerca e sviluppo del progetto.
Verso sistemi agricoli sostenibili e resilienti
Il progetto GOOD rappresenta un passo significativo verso la creazione di sistemi agricoli sostenibili, resilienti e produttivi.
Attraverso l’utilizzo dei microrganismi autoctoni presenti nel terreno e l’adozione di pratiche agroecologiche, si mira a ridurre l’uso degli erbicidi e a promuovere un’agricoltura più sostenibile.
Questo approccio favorisce la conservazione della biodiversità, la tutela dell’ambiente e la promozione della salute umana e animale.