Otto persone sono finite in manette con l’accusa di spaccio tra la Calabria e la Campania. L’operazione è stata condotto dalla Guardia di finanza di Salerno e di Napoli. L’inchiesta è nata dopo che erano stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco contro la casa del figlio di uno dei capi dell’organizzazione criminale dedita allo spaccio.

L’uomo, a quanto risulta, all’epoca dei fatti era sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Scalea, in Calabria, nel residence ‘Parco Roma’. Secondo le indagini ci sarebbe un gruppo dedito alla vendita delle droga, con a capo D.T., conosciuto da tutto come ‘Nardiello’, già con precedenti e sottoposto e sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia a Scalea.

L’indagato, secondo le ricostruzioni, si sarebbe il collegamento tra gli appartenenti al clan di Torre Annunziata e altri affiliati a cosche calabresi operanti in provincia di Reggio Calabria, con lo scopo di mettere le mani su grandi quantità di cocaina a prezzi bassi e poi trasferire il tutto in Campagna.

In tutti, il provvedimento del gip, su richiesta della Dda di Salerno, ha disposto gli arresti in carcere per sei indagati e i domiciliari per gli altri due.