La scomparsa di Silvio Berlusconi ha spinto il governo a dichiarare lutto nazionale nel giorno del funerale dell’ex premier, ma in molti non sono d’accordo con questa scelta e tra questi ultimi c’è anche Rosy Bindi. Ospite della trasmissione radiofonica “Un Giorno da Pecora” su Radio1, l’ex presidente del Partito Democratico dimostra di non vedere di buon occhio la decisione, senza precedenti per un ex premier. I rapporti tra i due, in fin dei conti, non sono mai stati idilliaci.

I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, ma il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna.

Ai microfoni del programma di LA7 “Tagadà”, poi, Bindi chiarisce meglio la propria posizione.

Lui è stato il primo populista di questo Paese. Di certo non è stato un promotore delle donne, anzi le ha usate in tutti i sensi. Mi disse che ero più bella che intelligente. Il senso di proprietà che aveva nei confronti delle istituzioni era identico a quello verso le donne. Era innamorato di se stesso e chi non era a sua disposizione, o soggetto del suo fascino, non rientrava nelle sue grazie.

Funerali di Stato a Berlusconi, Crisanti fa eco a Bindi: “Alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato”

Considerazioni dal tono aspro, addolcite tuttavia da un commento finale: Bindi riconosce a Berlusconi la sua natura di “uomo determinato”, che “si è sempre rialzato dalle difficoltà”.

Da questo punto di vista l’ho apprezzato, era un combattente.

Il punto di vista di Rosy Bindi non è certo un unicum nel panorama nazionale. Basti pensare alla presa di posizione di Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che ha negato le bandiere a mezz’asta all’esterno dell’istituto. Anche Paolo Romano, consigliere regionale Pd in Lombardia, prende le distanze dal provvedimento del governo.

E lo fa sottolineando la condotta di Berlusconi, tra le altre cose “condannato per frode fiscale” e responsabile di “accordi economici con Cosa Nostra”. Nel mirino c’è dunque “una beatificazione di Stato che non ha nessun motivo di essere”.

Dello stesso avviso Andrea Crisanti, microbiologo e senatore del Pd.

Non dobbiamo dimenticare che alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava: non ha avuto rispetto per lo Stato quando ha evaso le tasse e frodato il fisco.