Oggi il Pontefice ha lanciato un grande e importante messaggio sul tema della povertà. Messaggio con il quale ha cercato da un lato di mettere in luce la grave situazione in cui ci troviamo e dall’altro ha invitato tutti noi a non rimanere indifferenti di fronte alle difficoltà di milioni e milioni di persone.
Povertà, il messaggio di Papa Francesco
Il 19 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dei poveri. Oggi, martedì 13 giugno 2023, Papa Francesco è intervenuto su un tema così importante e ha lanciato messaggio forte e chiaro rivolto a fedeli e non:
Un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare; quel fiume sembra travolgerci, tanto il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte.
E ancora:
Quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impediremmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù. E notiamo bene quell’espressione ‘da ogni povero’. Ognuno è nostro prossimo. Non importa il colore della pelle, la condizione sociale, la provenienza…
Se sono povero, posso riconoscere chi è veramente il fratello che ha bisogno di me. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere.
Papa Francesco: “Non trascuriamo chi ha bisogno di aiuto”
Il Papa ha continuato così:
Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso.
Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro.
Da qui il richiamo:
La parabola del buon samaritano non è un racconto del passato, interpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano.
Il Pontefice ha poi ringraziato anche tutti coloro che quotidianamente aiutano, come possono, chi ha bisogno.
Non sono superuomini, ma ‘vicini di casa’ che ogni giorno incontriamo e che nel silenzio si fanno poveri con i poveri. Non si limitano a dare qualcosa: ascoltano, dialogano, cercano di capire la situazione e le sue cause, per dare consigli adeguati e giusti riferimenti. Sono attenti al bisogno materiale e anche a quello spirituale, alla promozione integrale della persona.
Lavoro, l’allarme del Papa
Papa Francesco ha poi anche parlato dei lavoratori, in particolare dei precari e di tutti coloro che sono costretti a sottostare e sopportare un trattamento “disumano”. Secondo il Pontefice, il comportamento che spesso viene adottato nei confronti di tanti uomini di tante donne e più sbagliato che mai.
Ha citato la non commisurata retribuzione per il lavoro svolto, la piaga della precarietà, il numero troppo alto di vittime di incidenti sul lavoro e la mancanza di sicurezza. Una serie di temi molto importanti per l’Italia e non solo.
Infine ha concluso così il suo messaggio
Questo elenco, già di per sé drammatico, dà conto in modo solo parziale delle situazioni di povertà che fanno parte del nostro quotidiano. Non posso tralasciare, in particolare, una forma di disagio che appare ogni giorno più evidente e che tocca il mondo giovanile. Quante vite frustrate e persino suicidi di giovani, illusi da una cultura che li porta a sentirsi ‘inconcludenti’ e ‘falliti. Aiutiamoli a reagire davanti a queste istigazioni nefaste, perché ciascuno possa trovare la strada da seguire per acquisire un’identità forte e generosa.