Migranti, Sea Watch, l’organizzazione umanitaria senza scopo di lucro che svolge attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, ha fatto sapere che nella notte appena trascorsa, quella tra lunedì 12 e mercoledì 13 giugno 2023, ha aiutato e assistito lo sbarco di 39 persone a Lampedusa. Uomini, donne e bambini che sono stati soccorsi da Aurora, l’assetto veloce di Sea Watch.

Migranti, l’operazione di Sea Watch nella notte

I 39 migranti in questione si trovavano a bordo di un barchino nel Mar Mediterraneo. A spiegare la dinamica di quanto accaduto nella notte è la stessa Sea Watch tramite una nota:

L’operazione di questa notte è stata possibile grazie all’equipaggio di RiseAbove di Seenotrettung che aveva individuato il barchino e messo in sicurezza le persone distribuendo giubbotti salvagenti. Le autorità avevano indicato Trapani come porto di sbarco, una destinazione a 32 ore di navigazione, non raggiungibile per un assetto come Aurora. Aurora è una motovedetta da 14 metri inadatta a lunghe navigazioni.

Poi non sono mancate una critica e una domanda retorica:

Per questo ha scelto di sbarcare a Lampedusa, così come fanno le motovedette delle autorità italiane. Chiedereste a un’ambulanza che soccorre una persona a Bari di andare al pronto soccorso di Bologna?

In questo modo dunque da Sea Watch spiegano la scelta di portare a Lampedusa e non a Trapani i 39 migranti soccorsi questa notte nel Mediterraneo. In totale sono 63 i soggetti sbarcati nella notte a Lampedusa, in Sicilia. 24 di questi si trovavano su un barchino soccorso invece dalla nave Paolini della Guardia di finanza. Tra essi c’erano anche donne e minori.

Le persone che sono arrivate sono per lo più originarie di Paesi come la Tunisia e la Siria. La maggior parte di questi, seppur spaventata e impaurita, ha dichiarato e raccontato di essere salpata da Sfax e di aver pagato, in quel momento, da 1000 a 4000 dinari tunisini, ad alcuni uomini, la cui identità però al momento è sconosciuta.

La nave Aurora

Nei giorni scorsi Rachele Giorgi di Sea Watch Italia, a seguito delle ultime decisioni prese dal Governo (e in particolare dal titolare del Viminale Matteo Piantedosi) in tema migranti, aveva presentato Aurora, la nuova nave veloce di ricerca e soccorso della ong. Aveva spiegato che tale imbarcazione tocca i 14 metri di lunghezza e può arrivare fino a 35 nodi.

Prima ancora di far salpare Autora per Lampedusa in direzione Mediterraneo centrale, Giorgi aveva affermato:

Le caratteristiche della nave ci permettono di intervenire velocemente nei casi di distress e stabilizzare la situazione. […] Stiamo preparando Aurora per la prima missione del 2023. E’ la nostra risposta da un lato alle notizie di respingimenti e non assistenza che riceviamo quotidianamente, e anche al decreto Piantedosi: meno navi vuol dire più morti.

Le operazioni di Sea Watch per aiutare i migranti

Sul sito della ong si legge:

Noi portiamo avanti le nostre operazioni di soccorso perché consideriamo che questo sia il nostro dovere umanitario. Tuttavia, siamo convinti che la mobilitazione di organizzazioni private nelle attività di salvataggio nel Mediterraneo, non debba diventare una soluzione permanente.

Chiediamo che vengano ufficializzate operazioni di salvataggio internazionali, con un mandato chiaro e a lungo termine. E chiediamo l’istituzione di vie legali e sicure che consentano di raggiungere l’Europa a tutti coloro che cercano rifugio e protezione.

Sea-Watch un’organizzazione in crescita costante, composta principalmente da volontari provenienti da tutta Europa. È politicamente e religiosamente indipendente e si finanzia unicamente attraverso le donazioni.