Dopo il ritorno trionfale della Ferrari alla 24h di LeMans, rimangono i dubbi sulla gestione del reparto F1, a secco dal più di 15 anni
Ferrari, LeMans e luci e ombre in F1
Il weekend appena trascorso ci ha lasciato lo splendido successo della Ferrari alla 24h di Le Mans. Un risultato altisonante, giunto a meno di un anno dal ritorno degli uomini di Maranello nel mondiale WEC, che riapre però una ferita aperta da anni. Il reparto corse F1 vive infatti di una siccità di risultati che prosegue dal lontano 2007, anno in cui Kimi Raikkonen ha portato a casa l’ultimo mondiale piloti per la rossa. Dopo la cocente beffa subita da Massa nel 2008 contro Hamilton, e la breve parentesi della Brawn GP, la Formula 1 ha visto infatti solo due nomi trionfare su tutti gli altri. Prima la Red Bull di Vettel dal 2010 al 2013. Poi è stato il turno della Mercedes, incontrastata dominatrice del circus per 7 anni con l’avvento dell’era ibrida. In questo ultimo decennio la Ferrari non è più riuscita a ripetere i fasti dei primi anni 2000 e del dominio di Schumacher, rimanendo anzi spesso fin troppo lontana dai principali avversari.
In molti hanno atteso con grande pazienza la stagione 2022 e del grande cambio di regolamento tecnico, che avrebbe potuto portare con sé una nuova rivoluzione. Anche questa volta però, il progetto della Red Bull si è rivelato quasi inarrivabile, costringendo la rossa alla resa dopo le prime accese battaglie che avevano di nuovo infiammato i cuori di tifosi e addetti ai lavori. La stagione 2023 sembra un dominio della scuderia anglo-austriaca, che sta costringendo gli avversari a pensare in anticipo ad aggiornamenti per colmare il gap nelle prossime stagioni. Il timore è che questa schiacciante superiorità non possa essere messa in discussione fino al 2026, anno in cui il regolamento tecnico verrà nuovamente rivoluzionato, dando vita ad una nuova era della speranza.
Ferrari: cambio di rotta dopa LeMans?
Nell’ultimo decennio la Ferrari ha provato a smuovere le acque in cerca della strada vincente soprattutto con cambi alla guida tecnica. Nell’ultimo decennio la gestione del reparto F1 è stata affidata prima ad Arrivabene, poi a Binotto, e adesso a Vasseur. Nessuno però è riuscito a portare la svolta sperata e richiesta. Alcune delle ipotesi di tifosi e addetti ai lavori, scavano oltre la sfera puramente tecnica.
Sembrano mancare in primis il coraggio e l’innovazione in grado di portare a progetti capaci di fare la differenza in pista. Gli ultimi due decenni di Formula1 hanno visto cicli vincenti nati quasi sempre in concomitanza dei grandi cambi regolamentari, favorendo ingegneri e progettisti più “spericolati” ed in grado di leggere tra le pieghe dei dettami imposti dalla federazione. Rimane inoltre l’impressione che la Ferrari abbia perso parte del suo potere politico e della sua forza all’interno della federazione. Il mondiale di F1 negli ultimi anni è stato deciso anche grazie all’intervento della FIA, come nel caso del disastro del GP di Abu Dhabi 2021 che ha di fatto regalato il mondiale a Max Verstappen. In un contesto simile, sembra mancare una voce in grado di far valere il pensiero della scuderia. Se il reparto F1 non riesce a trasmettere sensazioni positive, potrebbe essere proprio il successo di Le Mans a portare una scossa. La Ferrari ha dimostrato di avere non solo risorse economiche di alto livello, ma anche tecniche. La vittoria nella 24h è arrivata infatti a pochi mesi dal ritorno ufficiale nel mondiale Endurance, dopo ben 58 anni di assenza. Una lavoro che potrebbe portare l’azienda a valutare un nuovo piano per tornare al trionfo anche nel mondiale di F1.