Firenze resta sospesa in un clima di tensione, apprensione e mistero per il caso della bambina scomparsa lo scorso 10 giugno. A tre giorni dalla sparizione, le indagini della Polizia non hanno ancora portato a nessun indizio su dove si possa trovare la piccola o su chi l’abbia rapita dalla sua abitazione.

Nel frattempo, colti forse dallo sconforto e dalla preoccupazione, entrambi i genitori di Kata hanno tentato il suicidio ingerendo piccole quantità di detersivo. La madre, che ha assunto della candeggina, ha passato la notte in ospedale, mentre il padre è sotto stretta osservazione al carcere di Sollicciano, dove è detenuto per reati contro il patrimonio. Anche lui nelle scorse ore ha tentato di togliersi la vita bevendo del detersivo: per lui è stata necessaria una lavanda gastrica.

Bambina scomparsa a Firenze: si pensa ad un sequestro di persona

Tutto il capoluogo toscano si sta impegnando nella ricerca della piccola Kata. Cani molecolari, droni, termocamere e l’impegno di 225 volontari è ciò a cui le Forze dell’Ordine si stanno affidando per setacciare la città, sperando di trovare qualcosa che possa direzionare le ricerche.

Gli sforzi si stanno concentrando specialmente in giardini, parchi, telecamere e vie tra Porta al Prato dove c’è la stazione Leopolda e Peretola, tra la l’Arno e il quartiere di San Jacopino. Si tratta della fetta di città che si snoda attorno all’hotel Astor in via Maragliano, dove la piccola Katalina vive con la mamma e il fratello.

Per il momento però, le strade non hanno restituito alcun indizio. Proprio questa assenza di prove e tracce fa propendere gli inquirenti per la pista del sequestro di persona. Kata dunque sarebbe stata rapita con fini di estorsione.

La scomparsa i Kata: i fatti

Era il 10 giugno e la piccola Kata stava giocando nel cortile dell’hotel in cui abita. Lo zio Abel la osserva dalla finestra della sua non lontana abitazione. Poi, l’uomo si distrae un secondo, si volta di nuovo per vedere se Katalina sta bene e non la trova più. «È stato un attimo ed è sparita» è il commento disperato dello zio.

I Carabinieri hanno ricostruito un possibile scenario di ciò che deve essere successo alla bambina in quel millisecondo di distrazione da parte dello zio. Kata potrebbe essere uscita dal cancellino laterale che dà su via Boccherini, oppure, ma più difficilmente, potrebbe aver scavalcato il cancello ed essersi rintanata nel cortile del palazzo accanto. Da lì potrebbe però essere accaduto di tutto.

A peggiorare la condizione drammatica in cui versano i genitori e la famiglia di Kata ci sono anche alcune segnalazioni false, come quella di un mitomane, come lo ha definito il generale Vitagliano, che l’altro giorno ha chiamato il cellulare della madre dicendole di avere lui la bambina.