Quando mancano pochi giorni per fare domanda della rottamazione delle cartelle esattoriali quater, può essere utile saperne di più sulla gestione dei debiti fiscali, e in particolare sulla prescrizione delle cartelle esattoriali e sulla differenza tra le tempistiche. Ad esempio, ci sono alcune cartelle esattoriali che vengono prescritte in 3 anni. Andiamo a vedere quali sono.

Cartelle esattoriali prescritte in 3 anni: i termini possono differire

Il discorso sulle cartelle esattoriali e la loro prescrizione è un tema piuttosto importante per chi deve gestire i propri debiti fiscali.

Prima di addentrarci nelle specificità, è utile chiarire un punto centrale: non esiste una legge unica che definisca la prescrizione delle cartelle esattoriali. Questo significa che la durata del periodo di prescrizione può variare in base alla tipologia di imposta o tassa riportata nella cartella. In altre parole, una stessa cartella potrebbe contenere debiti con termini di prescrizione diversi.

Nonostante ci siano state delle eccezioni, il concetto dominante afferma che il termine di prescrizione delle cartelle esattoriali segue quello del relativo tributo.

Cartelle esattoriale prescritte in 3 anni: quali sono

Approfondendo le singole tipologie di debiti, scopriamo che tra le varie imposte, il bollo auto è l’unica tassa che si prescrive nel triennio. Ogni altra imposta o tassa segue termini differenti.

Ad esempio, le imposte dovute allo Stato, come Iva, Irpef, Ires, Imposta di bollo, di registro, ipotecaria, catastale, canone Rai e contributi alla Camera di Commercio, seguono un periodo di prescrizione quinquennale. La stessa regola vale per le tasse locali, come Imu, Tari e Tosap, e per le sanzioni di natura amministrativa, penale o tributaria.

Quando inizia il termine di prescrizione

Dopo aver chiarito quali cartelle si prescrivono in 3 anni, ossia quelle relative al bollo auto, è importante capire quando inizia a decorrere il periodo di prescrizione. Quest’ultimo ha inizio dalla data di notifica dell’ultimo atto da parte dell’ente creditore, che solitamente è l’avviso di accertamento. Se il contribuente non riceve alcun documento per tre anni, il debito è cancellato.

Attenzione: la prescrizione della cartella è diversa da quella dell’imposta non pagata. Ad esempio, abbiamo il bollo auto che si prescrive in 3 anni. Tuttavia, bisognerà attendere il 1° gennaio dell’anno successivo prima di far partire il tempo di prescrizione. Per quanto riguarda la cartella invece, la prescrizione inizia dal momento in cui viene notificato l’avviso di mancato pagamento.

Come si applica la prescrizione e cancellare il debito prescritto

Purtroppo, per poter cancellare una cartella esattoriale prescritta, è necessario presentare un ricorso. La procedura richiede di solito l’assistenza di un avvocato o di un commercialista, ma non è obbligatorio per importi inferiori a 3.000 euro.

La prescrizione non richiede un’azione specifica per essere attivata: si verifica automaticamente con il passare del tempo. Tuttavia, se l’esattore richiede il pagamento di una cartella prescritta, il contribuente può opporsi alla richiesta mostrando che il debito è prescritto. Per fare ciò, è necessario presentare una domanda di annullamento della cartella esattoriale o, in alternativa, si può optare per presentare un ricorso alla Commissione Tributaria.

Interruzione prescrizione: cause

Un elemento fondamentale da considerare è che ci sono diverse azioni che possono interrompere la prescrizione. Ad esempio, il riconoscimento del debito da parte del debitore, la notifica di un atto esecutivo o la presentazione di un atto giudiziario valido, possono interrompere il termine di prescrizione e farlo ripartire da capo.

Prescrizione cartelle esattoriali: come funziona

Quando scadono le altre cartelle esattoriali in generale? Come abbiamo già scritto, non esiste una legge precisa che stabilisce i termini di scadenza per le cartelle esattoriali. Per risolvere questo vuoto legislativo, la Corte di Cassazione ha stabilito che la scadenza delle cartelle esattoriali è la stessa delle imposte a cui si riferiscono. Ciò implica che se una cartella richiede il pagamento di diverse imposte, i periodi di scadenza della cartella stessa potrebbero variare. Pertanto, una parte della cartella potrebbe scadere prima, e un’altra parte potrebbe scadere più tardi.

La scadenza delle cartelle esattoriali varia quindi a seconda del tipo di tributo. Esaminiamoli uno per uno, partendo da quelli che hanno un periodo di scadenza di 10 anni. Questi riguardano i tributi dovuti al Governo, e includono:

Va notato che esiste una corrente minoritaria che sostiene che Irpef, Ires e Iva dovrebbero scadere in 5 anni, come tutti i tributi pagati annualmente. Tuttavia, questa interpretazione non è corretta. Anche se le imposte sul reddito vengono pagate annualmente, il presupposto d’imposta (ovvero il reddito dichiarato) varia, e potrebbe accadere che, per uno o più anni, il contribuente non debba versare nulla.

Debiti con gli Enti Locali e scadenza

Esaminiamo ora i debiti con enti locali come Regioni, Province, Comuni, nonché sanzioni e contributi previdenziali, che scadono in 5 anni. Questi includono:

  • Imu, Tari, Tosap;
  • Multe stradali, sanzioni per protesti assegni o cambiali, sanzioni amministrative per esercizio attività commerciali;
  • Altre sanzioni amministrative, sanzioni tributarie, sanzioni penali legate a reati;
  • Contributi Previdenziali dovuti all’Inps, Contributi Assistenziali dovuti all’Inail.

Infine, il bollo auto (o tassa automobilistica) scade dopo 3 anni ed è quindi l’unica imposta la cui cartella esattoriale associata cade in prescrizione dopo 3 anni.

Come sapere se una cartella esattoriale è scaduta

Per verificare se una cartella esattoriale è scaduta, bisogna prima ottenere la cartella stessa. Se la si è persa, è possibile richiedere un estratto di ruolo all’agente per la riscossione. Quindi, si dovrà analizzare il riepilogo e considerare la data indicata per verificare se il periodo di scadenza per ogni specifico debito è passato. Se la scadenza s’interrompe, e ciò avviene solo per determinati eventi causali, il periodo di prescrizione ricomincia a decorrere da capo per la stessa durata.