Silvio Berlusconi si è spento questa mattina all’età di 86 anni dopo aver lottato a lungo. Il mondo del calcio piange un presidente che ha scritto la storia del Milan e che è stato in grado di portare il club rossonero sul tetto del mondo. Un traguardo ambizioso, quello realizzato dall’ex Premier, che probabilmente non sarebbe stato possibile se sul suo cammino non avesse incontrato Arrigo Sacchi. Insieme, il presidente e l’allenatore, hanno fatto del Diavolo la squadra più vincente in Italia, capace di conquistare anche l’Europa. In esclusiva a Tag24, il tecnico che alla guida del Milan ha vinto tutto, ha ricordato Silvio Berlusconi.

La morte di Berlusconi, Arrigo Sacchi a Tag24

Il Milan, Berlusconi e Sacchi. Basterebbe solo questo per raccontare una lunga storia d’amore, di fiducia, di stima e di vittorie. Un’impronta indelebile nella storia del club rossonero e del calcio italiano. L’idea di gioco del mister, mostrata alla guida del Parma, era chiara e aveva convinto il presidente del Milan che aveva un solo obiettivo: vincere.

“Berlusconi era una grande persona – ha detto commosso Arrigo Sacchi in esclusiva a Tag24 – era uno davvero generoso. È stato un grande industriale e nello sport, nel calcio nel dettaglio, ha dato un grande contributo. Probabilmente solo uno come lui poteva riuscire a costruire ciò che ha costruito. Personalmente non potrò che essergli eternamente grato per la stima e la fiducia che ha riposto in me. Solo un pazzo o un genio poteva credere che saremmo riusciti in quell’impresa. Lui voleva sempre fare le cose in grande ed è quello che abbiamo fatto”.

L’arrivo al Milan

Sotto la guida di mister Sacchi il Milan è diventato uno dei club più vincenti della storia. “Il presidente Berlusconi non aveva tanti obiettivi da raggiungere, anzi ne aveva uno soltanto” ha continuato l’ex tecnico rossonero. Voleva semplicemente diventare la squadra più forte del mondo e ci è riuscito. Me ne ha parlato e io gli ho detto che c’ero e che ci credevo quanto lui. Dopo qualche tempo ho capito che dovevamo solo convincere i giocatori, fargli capire che era possibile altrimenti il nostro sogno sarebbe stato irrealizzabile. È stato grazie a lui che abbiamo acquisito una mentalità vincente, quella che prima non avevamo. Siamo diventati una squadra vera”.

Un’ambizione straordinaria, mossa dalla voglia di rendere felici i suoi tifosi. E di gioie, Berlusconi, gliene ha date tante. “L’amore per i tifosi è stato sempre ricambiato. Il Milan non ha regalato solo risultati e trofei ma ha dato emozioni al suo popolo. Il presidente è stato importante perché è stato il primo a crederci. Il secondo sono stato io e piano piano abbiamo convinto tutti” ha sottolineato mister Sacchi.

Il rapporto con Silvio Berlusconi

Eppure al suo arrivo al Milan non tutto è filato come si aspettavano. Sacchi porta avanti le sue idee innovative e utilizza nuove tecniche di allenamento. Ma all’inizio del suo percorso i risultati non arrivano e le perplessità diventano molte. Tanto è vero che erano in tanti a chiederne l’esonero. Eppure Berlusconi non si è mai lasciato convincere, gli ha consentito di lavorare serenamente e ha sempre creduto nella scelta fatta. Il tempo non ha fatto altro che dargli ragione. Il profeta di Fusignano mette la sua firma sulla storia del calcio italiano e insieme al presidente vince, tra gli altri trofei, due Coppe dei campioni consecutive.

“Di ricordi ne ho tantissimi, ma uno probabilmente vi farà capire chi è stato per me Silvio Berlusconi. C’è stato un momento, nel mio percorso al Milan, in cui tutti dicevano che mi avrebbe esonerato. Quando mi ha incontrato mi ha abbracciato e mi ha detto: ‘Lei è il migliore di sempre’. Non mi ha esonerato e il resto è storia ha concluso Arrigo Sacchi.