Il campione di boxe americano finisce ancora una volta al centro dell’attenzione non per meriti sportivi ma per provvedimenti giudiziari
Gervonta Davis in carcere
Avevamo parlato poco tempo fa del campione di boxe classe 1994 nato a Baltimore, Maryland e il pretesto era per meriti prettamente sportivi. Davis infatti, alla T-Mobile Arena di Paradise (Nevada). Aveva battuto lo scorso ventidue aprile Ryan Garcia, diventando così campione WBA dei pesi leggeri. Un match attesissimo lanciato come il “ It Doesn’t Get Any Better Than This”, pieno di aspettative che puntualmente, visti i nomi in causa, non sono state deluse. Le stime parlano, oltre alla folla presente, di ben 1,2 milioni di spettatori che hanno acquistato il match professionistico su Showtime. Ma lo scontro, ai questi dati, ha fatto parlare di se soprattutto per come si sono affrontati Davis e Garcia sul ring. Una sfida dove nessuno si è risparmiato ma che al settimo round ha visto trionfare la potenza di Davis, il quale con un colpo al fegato fatale ha buttato a terra il rivale. L’ennesima vittoria per un pugile che a livello di boxe professionistica registra una importante serie di vittorie, per la precisione ventinove, di cui ventisette dove ha trionfato per ko. Numeri davvero impressionanti.
Un pugile che fa parlare di se anche fuori dal ring
Questa è stata una piacevole parentesi per tutti gli amanti della boxe perché si è potuto parlare di Gervonta Davis solo come atleta e non a causa dei suoi problemi fuori dal rettangolo. Infatti il giovane pugile americano ha fatto più volte parlare di se per merito purtroppo non sportivi. Ma andiamo con ordine. Tra le varie questione legali imputate allo sportivo, qui ci riferiamo a ciò che accadde nel novembre 2020 a Baltimora. Davis stava tornando da una festa, quando a bordo del suo SUV Lamborghini, si presume sia passato con il semaforo rosso per poi andare addosso ad un’altra vettura. In tale veicolo erano presente quattro persone, tra cui una donna incinta. Davis aveva patteggiato a seguito di una successiva tappa del percorso processuale che si è svolta il 22 marzo 2021. In quella data, erano stati elencanti quattordici capi d’imputazione, dichiarandosi colpevole di quattro capi d’accusa, tra cui il passaggio con semaforo rosso. La vicenda ha visto un ulteriore sviluppo il 5 maggio di quest’anno quando il boxer è stato condannato a novanta giorni di arresti domiciliari da scontare presso l’abitazione del suo allenatore, luogo in cui avrebbe potuto continuare la sua preparazione atletica.
La chiusura della vicenda
Una vicenda che si prospettava vicino alla chiusura ma che invece ha visto un ulteriore e inaspettato colpo di scena. Il primo giugno del 2023, Davis viola i termini degli arresti domiciliari con conseguente condanna a novanta giorni di reclusione in carcere. Stando alle accuse infatti, il pugile avrebbe abbandonato la casa dell’allenatore Calvin Ford per trasferirsi prima in un hotel di lusso e poi un’altra abitazione di un condominio sempre di standard elevato di sua proprietà. Spostamente avvenuti senza il consenso degli uffici competenti del Maryland. Althea Handy, giudice del tribunale che a Baltimora si è occupato del caso riguardante il pugile. Aveva negato infatti gli spostamenti e il primo giugno ha imposto allora lo spostamento in carcere di Davis. Gervonta dovrà scontare lì il resto della pena.
La risposta del pugile sui social
Puntuale è arrivata la risposta dell’avvocato dell’atleta, Michael Tomko, il quale ha spiegato che il domicilio fornito non era in grado di sostenere gli standard di sicurezza dell’imputato. E nonostante la reclusione in carcere, Davis non ha perso l’opportunità di dire la sua a riguardo, tramite delle dichiarazioni rilasciate sui social, nello specifico il suo profilo Instagram. Con termine alquanto accesi – per usare un eufemismo – Davis si oppone alla decisione del giudice Handy e sulla modalità con cui è impostata la modalità dei domiciliari. Ha parlato di un possibile equivoco dovuto all’acquisto della proprietà e dell’insufficienza di spazio dell’appartamento del capo allenatore Ford. Mentre attendiamo chiarimenti sulla vicenda, speriamo anche si parlare di nuovo di Gervonta Davis per un nuovo dei suoi temutissimi knock out.