Dalla Casa Bianca al Cremlino, da Gerusalemme fino al cuore dell’Europa quella di Silvio Berlusconi è stata una politica estera sempre unica e incisiva.
La grande amicizia con Bush e Putin
La politica estera del Cavaliere è sempre stata caratterizzata da un grande personalismo. La sua figura dominava gli incontri e proprio i contatti con i leader mondiali erano frutto di proprie manovre diplomatiche. Non sempre vincenti ma con finalità precise: riportare l’Italia al centro delle diplomazie mondiali.
Fondamentale per la sua prima vita politica è stata l’alleanza portata avanti con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, famose le sue visite alla Casa Bianca e la sua volontà di far riavvicinare Mosca e Washington.
Quella politica diplomatica ebbe il suo apice nel summit del 2002 di ‘Pratica di Mare’. Il summit nella base dell’Aeronautica Militare alle porte di Roma produsse un documento, il “Nato-Russia Relations: A New Quality”.
Visto oggi quell’incontro racconta la forza diplomatica di Berlusconi e rappresenta il punto di contatto più vicino mai raggiunto tra Russia e Stati Uniti dalla fine della guerra fredda.
Anche il forte legame con Putin ha da sempre caratterizzato la politica estera di Berlusconi. Grazie a lui, l’Italia ha saputo tenere ferme alcune posizioni, attraverso la trama diplomatica personalistica tipica di Berlusconi. Spesso l’amicizia personale con i vari leader ha fatto la differenza nei risultati finali.
Quel sogno proibito di unire est e ovest
Se a livello nazionale Berlusconi ha unito la destra come nessuno prima di lui, a livello di politica estera i suoi obiettivi sono sempre stati legati a rafforzare l’asse euro-atlantico. Senza che si perdesse di vista quelli che sono gli orizzonti del Mediterraneo, oltre che il dialogo con Mosca.
Proprio i legami con Gheddafi e Putin hanno forse segnato la fine di Berlusconi pacificatore. Proprio la caduta del dittatore libico coincise con uno dei punti più bassi della politica estera berlusconiana.
Con l’Europa è sempre stato un rapporto difficile
Se in giro per il mondo la figura di Silvio Berlusconi ha sempre trovato più estimatori che odiatori, lo stesso non vale per l’Europa dove è sempre stato considerato una sorta di impostore. Ma è proprio sul fronte europeo che forse Berlusconi ha lasciato l’eredità più forte.
Il premier ha voluto ad ogni costo Forza Italia all’interno del Partito Popolare Europeo, incentrando il pensiero del partito all’interno di una politica europea popolare e unitaria, cercando nel tempo il riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa.