L'Ue ha inviato in Italia alcuni commissari per valutare lo stato di attuazione del Pnrr: sulla vicenda è intervenuto il Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che ha definito la procedura come «una visita di routine». Conferme su questo fronte arrivano anche dalla portavoce della Commissione europea che si occupa dei Pnrr nazionali, Nuyts Weerle, che su Twitter ha dichiarato come queste visite di controllo coinvolgano tutti i Paesi che hanno beneficiato dei fondi europei.
Niente paura, dunque: pare che la visita non debba necessariamente concludersi con una tirata d'orecchie da parte di Bruxelles, anche se i pesanti ritardi sull'attuazione del Piano non escludono che ci sarà qualche battibecco.
Nuyts Weerle ha proseguito spiegando con cura la natura di questa visita dei tecnici europei all'Italia:
Il colloquio aperto tra Ue e Italia verterà soprattuto sulla richiesta di pagamento, sulla revisione del Piano e sul fondo REPowerEU.
Dunque, per il Governo di Giorgia Meloni, che oggi piange la scomparsa di uno dei suoi alleati, Silvio Berlusconi, l'occasione sarà d'oro per cercare di negoziare il negoziabile e portare a casa un sì alle modifiche apportate. Il tempo corre veloce ed è già cominciato il countdown per la fine di agosto, scadenza per la modifica che Meloni ha annunciato con il fine di integrare il RePowerUe.
Nel frattempo, costretta a svincolarsi tra qualche ritardo e modifiche da presentare e far accettare, l'Italia aspetta la terza rata dall'Europa, dal valore non indifferente di 21,8 miliardi di euro. Proprio su questo tema si è espresso il Ministro Fitto presso il Forum in Masseria a Manduria.
Fitto si dice «ottimista» sull'arrivo dei soldi previsti per questa terza rata, mentre respinge con convinzione le accuse sui ritardi nell'attuazione del Pnrr e punta il dito contro i Governi precedenti. Secondo Fitto, infatti, quando l'Esecutivo Meloni è salito al potere alla fine di ottobre, solo 25 dai 55 obiettivi previsti per il 2022 erano stati raggiunti.
si difende Fitto.
Proprio in questo periodo sono in corso delle revisioni per i progetti che non potranno essere portati a termini entro giugno 2026 e anche per quelli che non rientrano nelle caratteristiche del Piano. I casi più eclatanti di questa seconda categoria sono gli stadi di Firenze e Venezia.
Così conclude Fitto sul Pnrr: