Emergono nuovi dettagli sul duplice omicidio che a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, ha portato alla morte di Maria Brigida Pesacane, 24 anni, e Luigi Cammisa, 29 anni, da parte del suocero Raffaele Caiazzo. Dopo aver ucciso il genero l’uomo, attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, si sarebbe recato a casa della nuora e di suo figlio, scagliandosi contro di lei con una pistola; poi, allontanandosi, avrebbe avvisato una vicina di casa, chiedendole di prendersi cura dei bambini della coppia, presenti in casa al momento dei fatti.
Secondo i figli, avrebbe commesso l’estremo gesto perché si era invaghito della nuora e provava gelosia nei confronti del genero, pensando che quest’ultimo avesse intrapreso una relazione con la donna alle spalle degli altri familiari. Motivi che, nelle ultime settimane, avevano causato non poche tensioni in famiglia, non lasciando, però, presagire il peggio.
Duplice omicidio di Sant’Antimo, la testimonianza di una vicina di casa di Brigida
Questa mattina, non ricordo l’ora precisa, ho sentito bussare forte alla porta di casa nostra. Ho aperto e ho visto un uomo che mi diceva di andare da Brigida, che non stava bene, oltre a qualcosa riguardo i bambini… Così dicendo mi ha lanciato delle chiavi dentro casa. Spaventata sono corsa subito su, sono entrata dentro casa di Brigida e ho subito visto che lei non si muoveva. Poi ho visto che c’era la bambina di fronte, l’ho presa in braccio e sono scesa giù. Ho visto che c’era pure un bimbo piccolo e a questo punto l’ha preso mio marito che stava dietro di me.
È la testimonianza – riportata dal Corriere della Sera – di Concetta, una delle vicine di casa di Brigida, la 24enne uccisa a colpi di pistola dal suocero, Raffaele Caiazzo, lo scorso giovedì, che poco prima aveva aggredito a morte anche il genero, Luigi Cammisa, di 29 anni. Il movente, stando a quanto emerso finora, sarebbe di tipo passionale: nel corso dell’interrogatorio a suo carico, Caiazzo avrebbe infatti ammesso di essersi invaghito della compagna del figlio Alfonso, diventandone geloso fino all’ossessione.
Per questo i rapporti familiari si erano fatti tesi. Soprattutto dopo che l’uomo aveva iniziato ad insinuare che la donna avesse intrapreso una relazione con il marito della figlia, Anna.
Mio padre da qualche tempo sosteneva in famiglia che mio marito avesse una relazione con Brigida – ha raccontato ora la donna, ribadendo quanto detto dal fratello gemello, Alfonso -. Questa sua convinzione lui l’ha spesso esternata nonostante sia io che Alfonso gli abbiamo detto più volte che a noi non risultava, che era solo una sua fissazione. Ci siamo convinti che negli ultimi mesi mio padre avesse perso la testa per Brigida, assolutamente non ricambiato da lei, e che questa situazione fosse all’origine della sua gelosia.
Spinto ad uccidere dalla gelosia
Per questo Raffaele Caiazzo avrebbe sparato all’uomo, mentre era per strada, e poi alla donna, davanti agli occhi inermi dei figli di due e quattro anni, poi soccorsi dalla vicina di casa. Una tragedia che, in parte, era già annunciata.
Non avrei mai pensato che potesse fare una cosa del genere, anche se in queste ultime settimane, preso dalla sua follia, ha detto alcune volte a me, a mio marito e ad altri familiari che avrebbe ucciso Luigi se non avesse confessato la sua relazione con Brigida,
ha dichiarato la figlia. Al figlio aveva invece chiesto di lasciare la compagna, in modo che potesse provarci lui. In carcere, una volta fermato, ha raccontato di fare uso di droga da quando è giovane. La sua posizione è al vaglio degli inquirenti, che, nei prossimi giorni, dovranno accertare le esatte dinamiche del delitto.