Una delle maggiori novità di nuovi concorsi pubblici dopo la riforma del Testo del decreto del Presidente della Repubblica del 1994, è la presenza nelle commissioni esaminatrici di psicologi ed esperti di risorse umane. Lo prevede il testo passato nel Consiglio dei ministri che, in ogni modo, specifica che le due figure saranno chiamate nelle commissioni solo se il bando lo preveda.
Rispetto alla previsione iniziale del decreto, il governo ne ha piuttosto ammorbidito il testo. In una prima stesura, professionisti come psicologi ed esperti di risorse umane, al fine di valutare le capacità, le attitudini e le motivazioni dei candidati, erano considerati necessari. La versione definitiva del decreto, invece, stabilisce che le due figure professionali debbano essere reclutate per le commissioni esaminatrici solo laddove sia previsto dal bando. Nasce, inoltre, un altro quesito su come debbano essere reclutati gli psicologi e gli esperti di risorse umane.
Nuovi concorsi pubblici, psicologi ed esperti di risorse umane nelle commissioni: come verranno selezionati e quando serviranno
Ci saranno anche gli psicologi e gli esperti di risorse umane nei nuovi concorsi pubblici così come disciplinati dal testo di riforma del Dpr del 1994. Il decreto di riforma prevede che la presenza delle due figure sia necessaria laddove lo preveda il bando di concorso. Ma, a ben vedere, forma dei concorsi pubblici stabilisce che le prove debbano dare un particolare riscontro dal punto di vista comportamentale, relazionale e delle attitudini. Tutte situazioni che farebbero pensare che, nei bandi dei nuovi concorsi pubblici, dovrà essere necessariamente prevista la figura dello psicologo e dell’esperto di risorse umane nelle commissioni esaminatrice.
In gran parte dei casi, sarà comunque richiesto a q queste due figure di far parte della commissione esaminatrice. Si apre un dubbio su come identificare gli psicologi che dovranno rientrare nelle commissioni dei concorsi pubblici. Il dubbio riguarda l’utilizzo della piattaforma InPa, la stessa per la quale i candidati ai concorsi potranno inviare la propria domanda, per la selezione anche di figure in grado di effettuare la valutazione dei comportamenti, delle attitudini e delle competenze tecniche richieste.
Oppure applicare ciò che prevede il codice dei contratti. Il dubbio riguarda, essenzialmente, i concorsi differenti da quelli unici nazionali. Questi ultimi consistono in una serie di concorsi che vengono banditi per le procedure di reclutamento di figure professionali che servano a più amministrazioni pubbliche. In questi casi, la normativa lascerebbe intendere che si adotterebbe una procedura speciale di individuazione delle figure richieste per la commissione, con l’utilizzo anche del sorteggio tra i profili caricati sul portale InPa.
Riforma concorsi, le altre novità su parità di genere e Dsa
Per quanto riguarda gli altri profili che andranno a comporre la commissione esaminatrice dei nuovi concorsi pubblici, si tratterà di personalità che abbiano una certa esperienza nelle materie relative al bando. La scelta degli altri commissari avverrà tra i dipendenti di ruolo della pubbliche amministrazioni, gli insegnanti e personale estraneo. È inoltre previsto che le amministrazioni possano rivolgersi anche a ex dipendenti del pubblico impiego attualmente in pensione. Chiaramente, anche in questo caso, si tratterebbe di esperti nelle materie oggetto di concorso pubblico.
Tra le novità più importanti dei nuovi concorsi pubblici, il decreto fissa il termine di tutte le procedure di selezione entro sei mesi, vi è una maggiore aderenza del testo alla parità di genere con la previsione della percentuale di rappresentatività dei generi alla fine dell’anno prima di quello di uscita del bando e gli strumenti a disposizione di chi fosse affetto da disturbi specifici di apprendimento (Dsa).