Maria Elena Boschi, vicepresidente della commissione Vigilanza Rai, intervistata da La Repubblica, lancia un allarme: “La maggioranza monopolizza l’informazione“. Pur non volendo gridare alla deriva autoritaria, Boschi sottolinea l’esistenza di “un problema grande come una casa: questa maggioranza sta battendo tutti i record e, anziché preoccuparsi di riequilibrare, sembra compiacersi“. Governo e maggioranza al momento occupano fino al 70% degli spazi nei Tg Rai. Il tweet di Boschi, il giorno della sua elezione a vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, richiama quelli che dovrebbero essere i due pilastri dell’attività della Rai: “La libertà di informazione e la qualità del servizio pubblico Rai sono fondamentali, specie in tempi di FakeNews“. Due pilastri a cui Boschi ora guarda con preoccupazione e che vede messi in discussione dall’attuale governo.

Rai, il governo ha il 70% degli spazi nei Tg. Preoccupazioni da parte di PD e IV

Dello stesso avviso è Antonio Nicita, senatore del Pd in commissione di Vigilanza ed ex commissario Agcom, che ha studiato i dati dell’Osservatorio di Pavia. Tali dati mostrano un forte squilibrio a favore dell’esecutivo Meloni nell’informazione del servizio pubblico: “una tale sovraesposizione del governo nei telegiornali Rai” è senza precedenti, afferma Nicita. Il senatore esprime anche la preoccupazione che tali numeri preludano in qualche modo “al tentativo di costruire una narrazione neo-sovranista della nostra cultura nazionale, da imporre al Paese“.

A tali accuse, già diffuse e condivide da diverse settimane, rispondono i nuovi vertici del servizio pubblico, che parlano di una Rai “più plurale rispetto al passato“, dove la parola chiave sarà pluralismo, la libertà di parola sarà tutelata e garantita e “nessuna trasmissione d’inchiesta sarà soppressa“. L’ad Roberto Sergio, facendo riferimento agli addii di Fazio e Annunziata, ha anche chiarito che non c’è mai stata la volontà di cacciare qualcuno: “l’approccio che ci muove è tutto fuorché ideologico“. La Rai è e deve continuare a “essere di tutti, pena l’incompatibilità con i dettami costituzionali e il venir meno della sua universalità“. Il direttore generale Giampaolo Rossi ha voluto rimarcare anche uno scarto tra l’attuale composizione della Rai e le precedenti: “Lavoriamo per garantire un pluralismo che spesso sulla Rai in passato non c’è stato“.