Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della giornata di studio del Ppe a Roma, ha dichiarato che l’Italia, col nuovo patto sulla migrazione trovato al consiglio europeo, “l’Italia ha ottenuto tanto, c’è più solidarietà“. L’accordo sulle migrazioni, raggiunto al Consiglio Affari interni a Lussemburgo, contempla l’obbligo di solidarietà. Dunque, gli Stati d’ora in poi dovranno fornire sostegno ai Paesi ritenuti in difficoltà, dando la disponibilità a eventuali ricollocamenti. Alternativamente, gli Stati dovranno pagare 20 mila euro a migrante non ricollocato. Si tratta, dal punto di vista di Tajani, di “un primo passo importante“, di cui l’Italia è molto soddisfatta.
Accordo Ue migranti, Tajani: “Finalmente l’Europa ha capito che bisogna lavorare insieme”
Tajani ha dichiarato di essersi complimentato con Piantedosi per il lavoro svolto, che è stato condotto “in piena sintonia” tra le parti. L’Italia, attraverso la persona di Piantedosi, ha rifiutato la compensazione di 20 mila euro e ha chiesto piuttosto che venga destinata a un fondo europeo per la dimensione esterna, a favore dei Paesi terzi. “Abbiamo rifiutato ogni possibile compensazione in denaro perché non ritenevano che la dignità del nostro Paese potesse mettere in campo soluzioni di questo tipo“, spiega Piantedosi. Il vicepremier Tajani sottolinea così come l’accordo sia un segnale importante:
Finalmente l’Europa ha capito che la questione migratoria la si deve affrontare tutti insieme, non è un problema dei singoli stati, ma una questione che tutti quanti dobbiamo affrontare. La cosa più importante è risolvere il problema a monte, dobbiamo guardare a quello che succede in Africa e avere una strategia europea perché si possa tutelare il diritto a non migrare.
Una scelta altrettanto rilevante è, aggiunge il ministro, “la possibilità di accompagnamento dei migranti non solo nel Paese di origine ma anche di transito“. Secondo Tajani, in questo modo si potranno salvare molte persone e lavorare a lungo termine e in modo continuo per la crescita del continente africano. L’accordo prevede il doppio binario per la gestione degli arrivi al confine. Ciò significa che i migranti con bassa probabilità di ottenere l’asilo potranno essere seguiti con una procedura accelerata per il rimpatrio verso Paesi terzi sicuri, anche di transito. La Germania aveva bloccato l’accordo, richiedendo maggiori condizioni per la definizione sia del “Paese terzo sicuro” sia la connessione del migrante con il Paese di transito. Piantedosi ha spiegato come si sono concluse le discussioni:
Alla fine abbiamo trovato una formulazione nel testo che potesse consentire una conciliazione tra le diverse posizioni sulla definizione del Paese terzo sicuro. Una formulazione che non fosse troppo stringente, vincolante, che depotenziasse il testo. L’Italia non aveva in mente nulla che fosse lesivo del quadro giuridico del diritto internazionale e su questo è stata compresa.
Guardando alle drammatiche foto dell’obitorio di Sfax, città tunisina da cui sono partiti molti migranti, Tajani ha ribadito che “la Tunisia ha bisogno di aiuti“. Il Ministro degli Esteri si è rivolto direttamente al Fondo monetario, da parte del quale “serve un approccio pragmatico, non ideologico, all’emergenza economica. Quel Paese non può crollare“. L’obitorio, stracolmo di cadaveri di vittime di naufragi (oltre 200 corpi), costituisce la denuncia più palese e dolorosa “della gravità del problema migratorio. Bisogna affrontare, e subito, la crisi economica della Tunisia“.