@NOELreports ha riferito che nella giornata di ieri le forze dell’Ucraina hanno portato avanti la controffensiva in almeno quattro aree del fronte di guerra. Attività ucraine nell’Oblast di Luhansk, nei pressi di Bilohorivka, sono state segnalate da fonti russe. Il portavoce del Gruppo di forze orientali ucraine, colonnello Serhiy Cherevaty, ha detto che le forze ucraine sono avanzate fino a 1.400 metri in aree non specificate del fronte di Bakhmut. Alcuni blogger russi hanno dato maggiori informazioni riferendo di avanzamenti ucraini a nord-ovest e nord-est di Bakhmut.
Guerra in Ucraina, la controffensiva continua
Secondo quanto riporta la Tass, le forze armate russe si sono trovate a respingere due attacchi ucraini nei pressi di Bakhmut, Donbass. L’aviazione ha colpito le roccaforti nemiche nell’area degli insediamenti di Belogorovka, Krasnoye, Kleshchievka e Novgorodskoye. L’artiglieria ha poi distrutto tre postazioni di tiro con mortai da 120 mm a Verkhnekamenskoye e Krasnoye, un deposito di munizioni nell’area di Belaya Gora e una stazione radar ad Avdivka.
Le fonti russe, secondo quanto analizzato da ISW nel report quotidiano sul conflitto, continuano con convinzione a evidenziare il ruolo dei sistemi di artiglieri termobarica TOS-1A a livello di distretto militare contro gli attacchi ucraini. Tuttavia, l’Ucraina negli ultimi giorni ha privato la Russia di almeno due di questi sistemi, distruggendoli. I filmati geolocalizzati resi pubblici l’8 e il 9 giugno costituiscono la dimostrazione che le forze ucraine hanno colpito almeno due sistemi TOS-1A nell’Oblast’ di Zaporizhzhia con munizioni di precisione occidentali. L’attacco rientra all’interno della controffensiva ucraina.
Durante la notte, le forze ucraine hanno abbattuto contemporaneamente tre droni kamikaze Shahed russi, che avevano come obiettivo la regione di Dnipropetrovsk, Ucraina sud-orientale. Il capo dell’Amministrazione militare regionale, Sergey Lysak, che ha dato la notizia, dichiara che “questa notte, i difensori del Vostok PvK hanno colpito con precisione i droni nemici“.
Spostandosi in terra russa, nel distretto Zhukovsky della regione di Kaluga, a sud di Mosca, si segnala lo schianto di un veicolo aereo senza pilota (Uav). La notizia è stata condivisa su Telegram dal governatore Vladislav Shapsha. Sono intervenuti sul posto i servizi speciali russi e per il momento non ci sono vittime. Un ulteriore drone è stato trovato nella stessa regione, ora nel distretto di Medynsky. Anche in questo caso non si sono registrate vittime.
Il governatore locale di Belgorod, regione russa al confine con l’Ucraina, ha segnalato che quindici vagoni di un treno merci vuoto sono deragliati. Non ci sono informazioni sulla possibile causa e non ci sono state vittime. Potrebbe rientrare tra gli attacchi alle infrastrutture che nelle ultime settimane si susseguono quasi quotidianamente. Le accuse dei funzionari russi si scagliano sempre contro le forze ucraine o i sabotatori filo-ucraini. L’Ucraina tuttavia non rivendica quasi mai la responsabilità di tali attacchi.
Peggiora la crisi umanitaria dopo il collasso della diga
Nonostante la controffensiva sembri iniziare a dare qualche – pur minimo – segnale positivo, l’Onu ha segnalato che la crisi umanitaria in Ucraina è “enormemente peggiorata“, soprattutto dopo il collasso della diga di Kakhovka, sul fiume Dnipro nell’Ucraina sudorientale. Il capo degli Affari Umanitari, Martin Griffiths, ha evidenziato i problemi conseguenti al collasso della diga: 700.000 persone hanno bisogno di acqua potabile e il fatto che si tratti di uno dei più importati ‘granai’ del mondo, cosa che dunque comporterà enormi problemi per tutti. Si assisterà a una riduzione delle esportazioni di cereali, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e alla riduzione della disponibilità di cibo per milioni di persone bisognose.
Le Nazioni Unite e le ong ucraine sono riuscite a raggiungere 30.000 persone nelle zone allagate controllate dall’Ucraina. Le persone soccorse e salvate dall’inondazione sono indicativamente 2.600. Per quanto concerne le aree sotto il controllo della Russia, Griffiths si è mobilitato, incontrando l’ambasciatore russo all’Onu, per ottenere l’accesso e aiutare le persone. Le evacuazioni devono continuare a ritmo sostenuto, perché “trentacinque insediamenti rimangono allagati sulla riva destra, 3.763 case sono sott’acqua“, informa Oleksandr Prokudin, capo dell’amministrazione militare di Kherson.