Cognati uccisi a Sant’Antimo, il suocero-killer Raffaele Caiazzo resta in carcere. L’assassino si era costituito dopo 5 ore il duplice delitto, avvenuto lo scorso 8 giugno. Aveva prima ucciso il marito della figlia, Luigi Cammisa, di 29 anni. E poi la moglie del figlio, Maria Brigida Pesacane, di 24. E il racconto che Alfonso Caiazzo fa del padre ai Carabinieri è drammatico, rivelando il sospetto che l’uomo si fosse invaghito della moglie.

Cognati uccisi a Sant’Antimo dal suocero: “Fantasie che ci hanno rovinato la vita”

Maria Brigida Pesacane è stata freddata di fronte ai due figli di 2 e 4 anni, nella sua casa di Sant’Antimo, Napoli. Alfonso Caiazzo, dopo aver saputo del cognato, ucciso in piazza da 7 colpi, ha cercato subito di avvisare la moglie. Aveva intuito le intenzioni del padre. Ma era troppo tardi: quando è arrivato a casa era già morta. Raffaele Caiazzo sospettava che tra i due cognati ci fosse una relazione extraconiugale, negata da tutti. Ma nel corso dell’interrogatorio dei familiari è emerso anche altro: ossia che avesse perso la testa per la nuora. Da qui la sua gelosia nei confronti della ragazza.

Tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita e a nulla è valso un chiarimento in famiglia. Un giorno mio padre disse che aveva avuto addirittura una relazione con mia moglie.

ha raccontato. Il sospetto che il padre si fosse infatuato della nuora Maria Brigida sarebbe stato confermato anche dalla sorella Anna Caiazzo. Mentre la moglie del presunto assassino, Amelia D’Isidoro, ha spiegato quando è nata l’ossessione del marito per questa relazione tra cognati:

A Carnevale festeggiammo in famiglia e Raffaele disse di aver visto Luigi fare avances a Maria Brigida.

Raffaele Caiazzo accusato di omicidio volontario premeditato

Caiazzo resta in carcere con le accuse di omicidio volontario e premeditato. L’uomo si era costituito recandosi dai carabinieri della stazione di Gricignano d’Aversa, in provincia di Caserta, che lo avevano poi portato a Giugliano. Era stato sottoposto a fermo dalla Procura di Napoli Nord. E oggi 10 giugno il gip Simone Farina, dopo l’udienza di convalida del fermo tenuta al carcere di Napoli-Poggioreale dove il presunto assassino è rinchiuso da circa 48 ore, ha convalidato il provvedimento.

Davanti al gip, il suocero ha confermato quanto confessato nel primo interrogatorio dello scorso giovedì di fronte ai pm. Ha detto di ricordare l‘omicidio del genero Luigi Cammisa, ma non di aver ammazzato anche la nuora.

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