Silvio Berlusconi ha trascorso la sua prima notte tranquilla dopo il ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano che segue quello del 5 aprile scorso e durato più di un mese.

Berlusconi, i suoi medici confermano una prima notte tranquilla al San Raffaele

Prima notte tranquilla per Silvio Berlusconi all’ospedale San Raffaele di Milano. Lo comunica il nosocomio milanese dove l’ex presidente del Consiglio è stato ricoverato nella giornata di ieri, 9 giugno.

Questo nuovo ricovero, a soli 20 giorni dal precedente, sarebbe dovuto a controlli già previsti, solo anticipati di alcuni giorni, come hanno fatto sapere in un bollettino i due medici che hanno in cura Berlusconi. Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri hanno tenuto a precisare che l’aver anticipato queste procedure di routine non è dovuto a nessuna criticità sorta nelle condizioni del paziente.

Le precisazioni dei due sarebbero confermate anche dal fatto che Berlusconi è stato ammesso in un reparto di degenza ordinaria mentre, durante il primo ricovero, il leader di Forza Italia trascorse ben 12 giorni in terapia intensiva.

Dall’ospedale di via Olgettina fanno sapere che non ci saranno ulteriori comunicazioni ufficiali o comunicati nella giornata di oggi.

Berlusconi, continua a preoccupare la salute dell’ex presidente del Consiglio

Come detto, si tratta del secondo ricovero per l’ex presidente del Consiglio, dopo quello dello scorso 5 aprile e concluso il 19 maggio, dopo 45 giorni di degenza.

In quell’occasione, Berlusconi venne ricoverato per le complicazioni di una polmonite emersa nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica dalla quale l’ex premier è affetto da circa due anni.

Le rassicurazioni dei medici e quelle dello stesso Berlusconi nella prima intervista rilasciata dopo le dimissioni, potrebbero non bastare a tranquillizzare familiari, amici e semplici sostenitori del leader azzurro. Si tratta, infatti, di un uomo di 86 anni afflitto da una patologia cronica decisamente grave. Lecito, dunque, che i suoi cari siano preoccupati di fronte a ogni minimo segnale di allarme.