Johnson non è più un deputato, l’ex premier si è dimesso a seguito dell’indagine “Partygate“: è accusato di raduni e feste durante il periodo della pandemia.
Partygate, ora Johnson si dimette da deputato
L’ex premier inglese Boris Johnson è indagato da una commissione parlamentare per aver mentito in Parlamento in merito a delle feste a Downing Street nel periodo pandemico. Oggi Johnson si è dimesso da deputato e questo significherà un’elezione suppletiva per il suo seggio. L’ex premier, nella lettera delle sue dimissioni, ha asserito al fatto che non sono state prodotte prove contro di lui da parte della Commissione parlamentare incaricata di occuparsi del “Partygate“. L’ex leader Tory ha accusato la commissione e i sostenitori del “Remain”-fronte anti-Brexit-di volerlo fuori dalla politica. Ha poi ribadito: “Questo era il loro obiettivo“.
Le reazioni dalla politica inglese
C’è chi ha accolto le dimissioni di Johnson in modo molto positivo. C’è chi invece ha rimarcato l’importanza del leader conservatore nel corso della pandemia. Uno degli alleati dell’ex premier, l’esponente conservatore Michael Fabricant ha affermato che l’indagine è stata “un trattamento vergognoso nei confronti di un leader politico che ha fatto la storia del mondo“. Dello stesso avviso è James Duddridge che ha dichiarato: “La storia riconoscerà il grande lavoro svolto da Boris su Brexit, Ucraina e Covid. È un titano tra i pesciolini“. Tutt’altre reazioni dall’opposizione, la vice leader dei liberaldemocratici Daisy Cooper ha ironicamente augurato a Johnson: “Buon viaggio“.