Arrivato nell’estate del 2020 dal Benfica, Ruben Dias è diventato immediatamente il perno della difesa di Pep Guardiola. In Manchester City-Inter è chiamato all’ennesima conferma delle sue qualità con Ruben Dias ad affrontare Lautaro Martinez e Edin Dzeko con un Romelu Lukaku che entrerà a gara in corso. Ventisei anni compiuti il mese scorso, il portoghese si muove indistintamente in ogni posizione nel pacchetto difensivo a tre che l’allenatore spagnolo ha disegnato in questa stagione. Davanti tanti anni di carriera ma anche una esperienza che lo rendono un veterano per la squadra inglese alla caccia della prima Champions League della sua storia dopo aver perso la finale contro il Chelsea di Tomas Tuchel due anni fa.

La voglia di Triplete

Una stagione lunga e complicata per il Manchester City che in Champions League ha fatto un cammino netto senza mai inciampare così come in FA Cup. Le difficoltà sono arrivate dalla Premier League dove l’Arsenal ha imposto un ritmo supersonico, la squadra di Guardiola è l’unica ad aver sostenuto quell’andatura fino al sorpasso arrivato solamente a maggio. Ora serve l’ultimo sforzo per centrare il Triplete con la Champions League. Per quanto Ruben Dias tenti di schivare le domande sui pronostici, i bookmakers mettono i Citizens come favoriti per la vittoria finale.

L’errore peggiore che possiamo fare è pensare ci siano favoriti. È una finale. Puoi essere favorito quando vai in campo e comincia a fare qualcosa. Parlo molto con i compagni e i tifosi, lo considero una parte importante del mio ruolo in questo club. Tutti siamo capitani in un certo senso e tutti sanno dire la loro nel momento giusto. Ognuno a modo suo è un leader. Quando si arriva nei momenti importanti sappiamo che serve uno sforzo in più.

Siamo i favoriti? No, non credo proprio. Posso dire però che a noi piace stare sotto pressione, se canalizzata nel modo giusto ti fa tirare fuori il meglio. Poi questa è una delle partite più importanti dell’anno, non si può non accettare di essere sotto pressione. Sappiamo cosa significa per noi, per il club e per i tifosi questa partita.

Ogni anno è la storia cambia. Noi non facciamo altro che ascoltare cosa ci dice il nostro allenatore per portare avanti la nostra idea di gioco e trovare il giusto equilibrio. Penso che questa stagione sia la dimostrazione di quanto siamo forti come gruppo. Sto qua dal 2020 e ogni anno siamo cresciuti fino a diventare la squadra bilanciata e forte di oggi. Ma alla fine la differenza la fanno i risultati.

Abbiamo vinto due titoli e siamo qui per fare di tutto per vincere anche il terzo. Quando si arriva in finale si vede la differenza nello stato di forma, da febbraio in poi abbiamo visto che la squadra c’è sempre stata. Domani saremo all’altezza, tutti abbiamo voglia di far bene. Come sta Walker? Da quello che so, sarà pronto per giocare. Se non dovesse farcela o il mister sceglie un giocatore diverso sono sicuro, comunque, che si farà trovare pronto

Il Manchester City ha sofferto le squadre che giocano con due punte, l’ultima è stata il Brentford capace di imporsi per 1-0 all’ultimo turno di campionato. Una gara però non paragonabile a quella che comincerà domani sera all’Ataturk Stadium visto che saranno diversi anche gli interpreti. Simone Inzaghi sceglierà solamente domani chi affiancherà Lautaro Martinez fra Dzkeo e Lukaku.


Il Brentford ci ha battuto con due attaccanti, gli stessi con cui gioca l’Inter ma sono paragoni complicati se non impossibili proprio. Sono due squadre diverse con modi differenti di giocare. Il punto di forza dell’Inter mi sembra il collettivo al di là dei singoli. Ha dimostrato di essere forte, si vede da come festeggiano i gol, sono molto uniti. Non so chi sceglierà l’Inter fra Dzeko e Lukaku ma posso dirvi che non sarà un compito facile. Ma è giusto così, questa è una finale. Questa è una partita fondamentale. Ci faremo trovare pronti.