I video delle telecamere di sorveglianza della questura di Verona avrebbero ripreso per mesi, senza filtri, le violenze perpetrate dai cinque poliziotti arrestati e gli altri 21 indagati dalla Procura. A riportarne i dettagli è Repubblica, secondo cui, nei filmati, si vedrebbero gli agenti colpire le proprie vittime – le persone di volta in volta fermate -, mentre ridono e scherzano sulla morte di Stefano Cucchi, il 31enne ucciso mentre era sottoposto a custodia cautelare, a Roma, nell’ottobre del 2009.
I video choc delle violenze dei poliziotti arrestati a Verona
Delle 26 persone indagate per violenza, cinque sarebbero già finite agli arresti domiciliari. Si tratta di Loris Colpini, 51 anni, Roberto Da Rold, 45 anni, Filippo Failla Rifici, 35 anni, Federico Tommaselli, 31 anni e Alessandro Migliore, 24 anni. Sono accusati di tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio, per diversi episodi di pestaggio avvenuti ai danni delle persone fermate e accompagnate in questura, a Verona, presso il Nucleo Volanti.
Qui, all’interno di una stanza soprannominata “l’acquario”, per via di una finestra in plexiglass, per mesi gli indagati si sarebbero resi protagonisti di violenze immotivate, catturate dalle telecamere di sorveglianza in dei video che ora, sottoforma di fotogrammi, sarebbero finiti agli atti dell’inchiesta. Stando a quanto riporta Repubblica, nei filmati si vedrebbero i cinque “con le mani nel sacco”, mentre si scagliano con violenza contro senzatetto, tossici, migranti, tutte persone in difficoltà.
In una delle intercettazioni l’agente Migliore e l’assistente capo Colpini sarebbero stati ripresi mentre maltrattano un cittadino romeno, Nicolae Daju. I fatti risalgono all’ottobre del 2022. Dopo aver usato contro di lui uno spray al peperoncino, lo avrebbero obbligato ad urinare all’interno della stanza, sotto gli occhi di tutti, prima di usare il suo corpo come straccio per pulire il pavimento. Pochi giorni dopo, il 21 ottobre, i fotogrammi mostrerebbero un uomo a terra, seminudo.
Si tratta di Mohammed Didri. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stato picchiato e lasciato in preda alle convulsioni. Insulti, violenze, pestaggi, princìpi di tortura. Il 26 ottobre tocca a Adil Tantaui, di origini marocchine. Agli inizi di novembre è la volta di Amiri Totoro, pestato e minacciato. In tanti subiscono lo stesso trattamento.
Il paragone con Stefano Cucchi e la poliziotta coinvolta
È un trattamento simile a quello riservato a Stefano Cucchi, il ragazzo romano ucciso mentre era sottoposto a custodia cautelare nel 2009, per la cui morte sono finiti in carcere diversi carabinieri. Proprio a lui si sarebbero riferiti – scherzosamente – alcuni degli agenti indagati, in uno dei video, parlando di Alessandro Sacchetti, l’uomo con problemi psichiatrici pestato dopo essere stato fermato, nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 2022. Scene terribili, venute alla luce dopo mesi di indagini, intraprese con lo scopo di cogliere in flagrante gli agenti dopo una serie di segnalazioni.
Tra gli indagati ci sarebbe anche una poliziotta. Benché non abbia partecipato attivamente ai pestaggi, la donna avrebbe più volte incitato i suoi colleghi a commettere le violenze, mostrando di avere “un’ossessione” per l’utilizzo dello spray urticante.
Accompagnatelo a pisciare e dategli una bella spruzzata!,
si sentirebbe dire in uno dei filmati. O ancora:
Io lo abbandonerei lì e gli darei quattro calci, lo lascerei steso pieno di spray.
Il caso che li riguarda è scoppiato come una bomba, indignando tutti. Gli indagati erano venuti a conoscenza dell’inchiesta tempo prima, adottando le opportune precauzioni. Secondo alcuni di loro, non è un caso che l’ex dirigente dell’ufficio, Vanessa Pellegrino, abbia chiesto di essere spostata. Sono convinti che fosse a conoscenza di quanto accadeva nel reparto e che, nonostante ciò, non abbia mai fatto niente per evitarlo.