La macchina di censura del Partito Comunista Cinese non si arresta. Ora nell’occhio del ciclone del PCC sono finiti anche i servizi di condivisione Bluetooth e Airdrop: la Cina, infatti, sta cercando di limitare l’uso di questi sistemi di scambio di file mobili. L’obiettivo del Partito è quello di impedire la condivisione di informazioni illegali e “indesiderate”.
I censori cinesi prendono di mira Bluetooth e Airdrop
Gli attivisti si dicono molto preoccupati perché questa misura potrebbe gravemente ostacolare la capacità di mobilitare le persone e condividere informazioni. Bluetooth, AirDrop e tali servizi di condivisione di file sono strumenti fondamentali in Cina e riuscire a scavalcare il cosiddetto Great Firewall – il sistema online di censura cinese – sta diventando sempre più complesso per riuscire a far trapelare informazioni e mettere in contatto, tra loro, le persone. Internet in Cina, infatti, è tra i più strettamente controllati. Ma la tecnologia è uno strumento indispensabile nell’era nella quale viviamo, anche, se non soprattutto, in regimi come quello che caratterizza la Repubblica Popolare Cinese. E riuscire a controllarla in una maniera così minuziosa significa avere in mano tutto. I movimenti pro democrazia ne sanno qualcosa, proprio perché Internet si è rivelato uno strumento indispensabile per organizzare proteste antigovernative. I manifestanti si sono spesso rivolti ad AirDrop per organizzare e condividere le loro rivendicazioni politiche. Ad esempio, lo scorso ottobre alcuni attivisti hanno condiviso manifesti anti-Xi Jinping utilizzando questo strumento nella metropolitana di Shanghai, proprio mentre il presidente cinese era in attesa di uno storico terzo mandato come leader del paese. In particolare, AirDrop si è rivelato uno strumento indispensabile per la condivisione dei file perché si basa su un sistema Bluetooth tra dispositivi a distanza ravvicinata che consente di condividere informazioni con estranei senza rivelare i propri dati personali o passare attraverso una rete centralizzata che può essere controllata. Quando Xi è stato confermato per il suo terzo e storico mandato alla guida della Repubblica Popolare, Apple ha limitato la portata del servizio, rilasciando una nuova versione della funzionalità: gli utenti cinesi che hanno iPhone e altri dispositivi Apple potranno ricevere solo per 10 minuti contenuti provenienti da persone che non sono elencate come contatti. Successivamente ai 10 minuti gli utenti potranno ricevere file solo dai propri contatti. In nome della sicurezza nazionale e dell’interesse pubblico, la Cina difende queste norme. Gli attivisti, invece, sono sempre più preoccupati del bavaglio imposto dal Partito Comunista Cinese: quest’ultima mossa, infatti, sopprime uno dei pochi strumenti di condivisione rimasti a loro disposizione.