Nell’ultima puntata di Report, la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, quasi un’ora è stata dedicata a Stefano Bandecchi, nuovo sindaco di Terni, ma pure all’Unicusano di cui Bandecchi è proprietario, con una serie di valutazioni assai critiche sul metodo di studio adottato nel nostro ateneo, ma pure sul valore e la professionalità dei docenti che vi insegnano. Ne parliamo con il professor Enrico Ferri, ordinario di Filosofia del Diritto all’Unicusano, nell’ambito della nostra rubrica “Occhio per occhio, dente per dente“, che smonta punto su punto le accuse mosse da Report all’Ateneo.
Unicusano vs. Report, intervista al Prof. Enrico Ferri
Professor Ferri, lei ha collaborato e collabora con quotidiani nazionali e partecipa a trasmissioni radio e televisive, ma è anche un giurista. Che valutazione dà all’inchiesta di Report su Bandecchi e l’Unicusano?
“Un’inchiesta è finalizzata a far emergere una realtà nascosta o fatti nuovi di una vicenda nota, oppure a ridefinire quelli conosciuti grazie ad un diverso approccio analitico e ricostruttivo, tali da rendere plausibile una differente versione dei fatti. Report ha riportato, alla sua maniera, dati noti su una presunta evasione fiscale di Bandecchi, con una serie di valutazioni sulla didattica e il corpo insegnante dell’Unicusano costruite attraverso battute e considerazioni di “testimoni” anonimi o di esperti di parte, con allusioni sull’attendibilità dei riconoscimenti governativi della qualità della ricerca dell’Unicusano ed in particolare della Facoltà di Ingegneria”.
Un impianto accusatorio privo di contraddittorio?
“Una ricostruzione dei fatti a partire da un giudizio stabilito apriori, con un contraddittorio inesistente e la riproposizione a senso unico di argomenti e pareri utili a dimostrare la tesi della colpevolezza di Bandecchi. Sulla vicenda della presunta evasione fiscale di Bandecchi non si sono sentiti i pareri di illustri fiscalisti che sostengono l’infondatezza del procedimento avviato dalla Guardia di Finanza. Sul valore e sul metodo di un ateneo telematico come il nostro, con trentamila studenti e qualche centinaio di docenti, si è sentito solo un presunto studente, di cui è stata oscurata l’immagine, il quale sosteneva di aver ottenuto il diploma di laurea con scarsa impegno e un docente, che in incognito, con la voce artificialmente alterata, ha espresso dei pareri critici sull’Ateneo, neanche fosse un’inchiesta sulla ‘ndrangheta!”.
Lei pensa che si è voluto colpire Bandecchi o piuttosto l’Unicusano?
“Non lo so, sicuramente è stata data una cattiva informazione su entrambi. Nel caso della presunta evasione fiscale si è riproposta una versione dei fatti contestata da molti giuristi, che Bandecchi abbia utilizzato a fini personali utili dell’Ateneo, dimenticando il fatto che l’Unicusano è un ateneo di proprietà privata dei cui utili, come in ogni azienda, la proprietà dispone come crede”.
Si è però sostenuto che la legislazione in materia universitaria ha un regime fiscale di favore, per le sue valenze sociali
“Certamente, infatti l’Unicusano ha una struttura universitaria complessa, articolata ed internazionale. Una decina di facoltà, un campus a Roma di 50 mila mq, laboratori all’avanguardia, mense, palestra, foresteria, un parco disponibile per gli studenti. Senza considerare i master, i dottorati, le attività Erasmus, i PRIN, i progetti dell’UE come Athena, la promozione della conoscenza e della ricerca attraverso media come un quotidiano, una radio, televisioni, riviste, una casa editrice, ecc. Senza considerare le attività che si svolgono in diversi paesi europei. Non le sembra che si faccia abbastanza? Se poi queste attività producono anche un utile non è Sigfrido Ranucci che ne deve stabilire la destinazione. Se si vuole che il proprietario di un’università privata, cioè di un’impresa creata con le sue risorse, abbia dei vincoli nella gestione degli utili si modifichi la legge”.
Lauree facili all’Unicusano?
Nel servizio di Report si sostiene, in sostanza, che gli utili prodotti nell’Unicusano si ottengono attraverso un percorso universitario agevolato.
“Se così fosse, ma non lo credo, non avverrebbe certo per le motivazioni risibili proposte nel servizio di Report. Si dice che alla fin fine, per superare gli esami basterebbe studiare i riassunti delle lezioni o del programma che fanno i professori. In una precedente inchiesta della Gabanelli, si sosteneva che gli studenti preparavano gli esami su riassuntini fatti dai tutor. Ora si è fatto un passo avanti, le sintesi le farebbero i professori. Trovo avvilente dover commentare simili stupidaggini. Mi piacerebbe che un giornalista di Report mi facesse vedere qualcuno di questi riassuntini che io ho fatto per far superare gli esami agli studenti della mia materia”.
Forse altri suoi colleghi…
“Ma siamo seri, per favore. Questi ignoranti [i giornalisti di Report ndr] hanno confuso gli abstract che precedono ogni lezione e ne evidenziano le tematiche discusse, con dei riassuntini che sostituirebbero lezioni e dispense. Sembrano persone che non hanno neanche una vaga idea di cosa sia un corso universitario.
Uno studente intervistato, però, ha sostenuto di aver completato un corso universitario all’Unicusano senza particolari difficoltà.
“Lei dice uno studente? E chi era questo studente? Quale corso ha superato facilmente? Con quale media? In quanti anni? Questa presunta notizia è suffragata da quali elementi? Quanti studenti sono stati sentiti al riguardo? Sigfrido Ranucci conosce il nome di questo studente? Perché si è dovuto ricorrere all’anonimato per presentare un’affermazione tanto banale, per giunta di uno studente che non era più tale? Naturalmente non conosceremo mai il nome di questo studente, le fonti sono segrete e vanno tutelate!!! [il professor Ferri scoppia a ridere]. Mi sembra un modo cialtronesco di fare giornalismo”.
Non è vero che all’Unicusano ci si laurea con facilità?
“Non mi sembra, almeno dai dati di cui si dispone e che riguardano i tempi medi di un corso di laurea, la media dei voti ottenuta, il numero dei fuoricorso e il numero annuale degli abbandoni, da parte di quanti, ovviamente, non riescono per motivi diversi a superare gli esami con una certa frequenza. Questi sono i dati oggettivi da considerare e non le dichiarazioni “spontanee” dello studente in incognito sollecitato da Report.”
Ma come si concilia quello che lei ha appena detto con il sostenere che all’Unicusano lo studente è continuamente seguito e monitorato? Ci può fare qualche esempio, semmai a partire dalla sua materia?
“Parliamo di cose diverse. Lo studente, quale che sia la materia che sta studiando, ha un tutor di riferimento. Ogni giorno può contattare il docente in piattaforma. Io ad esempio, ricevo gli studenti dal lunedì al venerdì alle 15, in videoconferenza, e il giovedì alle ore 11.00 in sede, in presenza. In piattaforma ha a disposizione le dispense con gli abstract di presentazione e le slides che sono una messa a punto di passaggi essenziali, quelli che Report ha confuso con “i riassunti dei professori”. Alla fine di ogni lezione, ma anche nelle dispense, ci sono i test di verifica dell’apprendimento”.
I suoi studenti hanno qualche agevolazione nella valutazione del voto d’esame?
“Possono svolgere delle etivity, cioè dei temi che io valuto e per ogni tema possono prendere un voto, fino ad un massimo di tre, che si assommano a quello d’esame, a condizione che si raggiunga almeno la sufficienza. Come si può verificare in piattaforma, sono pochi gli studenti ad avere voti supplementari e in cinque anni nessuno è arrivato a prendere tre punti i. Invece non pochi sono i giudizi negativi e le segnalazioni di plagio”.
Lei sembra un docente molto puntuale e severo
“Cerco di fare con coscienza un lavoro che mi piace e non mi reputo severo se cerco di impedire al furbo di turno di copiare e di raggirare le regole. Le cose che ho detto sono tutte verificabili e tracciate. Se poi qualcuno volesse constatare quali sono le regole, i tempi e le modalità per svolgere una tesi con me, nella seconda materia che insegno, si può collegare al mio sito www.ferrisstudies.com e alla fine della sezione ISLAMICA troverà le indicazioni vincolanti per quanti volessero fare la tesi in Storia dei Paesi Islamici. Alla fine della stesura la tesi viene sottoposta ad un test antiplagio, su www.noplagio.it . Anche queste verifiche sono monitorate e tracciate”.
Le valutazioni dell’Anvur su Unicusano
Per concludere, vorrei sapere cosa pensa delle affermazioni di Report per cui valutazioni positive da parte dell’ANVUR (Agenzia azionale per la valutazione della ricerca universitaria) siano da considerarsi eccessivamente generose. Ci si riferisce ad esempio al fatto che la Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Unicusano sia risultata la migliore a livello nazionale.
“È un altro esempio di un approccio pregiudizievole e fuorviante. Se un’agenzia governativa valuta in modo critico le attività di una facoltà dell’Unicusano allora è credibile e nel giusto, se ne riconosce i meriti sbaglia? A prescindere dalla ricerca che svolge, dai riconoscimenti internazionali, dai brevetti registrati, dai consensi ottenuti dagli studenti, dai progetti realizzati? Due pesi e due misure. Per Report noi siamo figli di un Dio minore”.
Mi sembra chiaro il suo giudizio sull’inchiesta di Report
“La cattiva informazione non è giornalismo d’inchiesta. Bisogna analizzare i fatti e mettere a confronto le diverse versioni, privilegiando i dati oggettivi e verificabili. La conclusioni si traggono alla fine: non possono stare all’inizio sotto forma di pregiudizi presentati come fossero dati acquisiti”.
Sarebbe interessante su questi temi un confronto fra lei e la redazione di Report.
“Non credo sarebbe possibile”.
Pensa che non avrebbero la capacità di confrontarsi con un docente di una telematica?
“No, tutt’altro. Ma non avrebbero tempo di informarsi sulle complesse problematiche dell’università, ad esempio capire quali sono i criteri per una valutazione scientifica di un saggio, che cos’è una rivista di Classe A, la differenza fra un abstract e una slide o tra le fonti principali e quelle secondarie e via dicendo. È più semplice far dire due frasi a uno studente in penombra o registrare lo sfogo di un professore che può avere anche giusti motivi di risentimento. Per capire le cose ci vuole tempo, impegno ed onestà intellettuale”.
Ascolta l’intervista di Livia Ventimiglia al Prof. Enrico Ferri su Radio Cusano Campus