Se il presidente campano Vincenzo De Luca attacca Elly Schlein senza nominarla, lei gli risponde senza chiamarlo in causa. Le puntate precedenti sono il declassamento del deputato Piero De Luca da vicecapogruppo a segretario e il commento al vetriolo del padre, cioè il governatore: “Nulla è più volgare dei radical-chic senza chic”. Nella replica, la segretaria Pd ha evitato riferimenti personali: “Ci siamo impegnati a garantire il pluralismo nei gruppi, si è lavorato in questo senso”. Insomma – è la spiegazione ufficiale – non è questione di cognomi, ma di assetti. “Ci sono due nuovi capigruppo espressione della maggioranza – ha detto Schlein – ed è giusto che ci siano due vicari che non hanno votato me al congresso. E questo ha comportato altre scelte che tenessero conto del pluralismo”. E se qualcuno ipotizza che i De Luca possano prendere contromisure, la segretaria spiega: “Credo che in questo contesto tutti possano proseguire a portare il proprio contributo e a vedersi valorizzati”.

Bonaccini pronto per formare una sua corrente

Il caso De Luca e quello del neo-vicecapogruppo Paolo Ciani, che auspica un cambio di linea del Pd sull’invio di armi in Ucraina, continuano dunque a tenere banco nel partito. In soccorso di Schlein è arrivata Rosy Bindi: quella di Ciani “è una scelta che considero legittima e anche nel merito opportuna”, ha detto. Vista l’appartenenza di Ciani alla comunità di Sant’Egidio – ha poi aggiunto – chi nel Pd rivendica l’identità cattolica e continua a dire “che il mondo cattolico non ha spazi, dovrebbe rivendicare in maniera più onesta l’identità post democristiana e chiarirsi sulle polemiche che si sono aperte in maniera pretestuosa”. E’ in questo scenario che i parlamentari vicini a Stefano Bonaccini – compreso Piero De Luca – hanno avviato i motori per la costituzione di un’area più strutturata del partito, riunendosi a Roma col governatore dell’Emilia Romagna. Bonaccini ha premesso che non c’è l’intenzione di attaccare la segretaria, ma di supportarla, però ha rilevato che ci sono delle criticità su cui lavorare, che c’è l’esigenza di salvaguardare il pluralismo, la matrice riformista, mettendo sul piatto proposte di cui Schlein debba tener conto. Fra l’altro, l’idea è quella di individuare delle figure di riferimento dell’area Bonaccini. Si era parlato di Simona Bonafè alla Camera: ma non sarà lei, visto il suo ruolo di vicecapogruppo vicaria. Restano invece quotati Simona Malpezzi al Senato e Andrea De Maria per l’organizzazione.