Offesi, dileggiati, denigrati e, sarcasticamente, fatti passare per figli di papà ai quali non va molto di studiare ma solo pensare a superare gli esami con facilità e, perché no, passare la maggior parte del tempo a divertirsi. E’ gran parte, se non tutto quello che è emerso durante la trasmissione Report andata in onda lunedì 5 giugno su Rai 3, con l’inchiesta, o quello che voleva essere, sull’università Unicusano e in questo caso specifico sugli studenti che ne fanno parte.

Una descrizione che ha mandato su tutte le furie questi ragazzi feriti due volte per come è stata raccontata la dinamica degli esami e sulla facilità di superarli, ma soprattutto perché a raccontarla in quel modo, ironico e allusivo, è stato il conduttore Sigfrido Ranucci.

Nuovo capitolo della rubrica “Occhio per occhio, dente per dente” volta a svelare le menzogne del servizio di Repor.

Pietro Battaglia il presidente di “Noi Siamo Unicusano”

Per questi ragazzi, e per loro stesa ammissione, un giornalista serio, una specie di paladino della verità e della giustizia, ma quando ha detto quelle cose, con la risatina allegata di chi ha scoperto chissà quale ingiustizia, la delusione per gli studenti è stata doppia, se non tripla. “Una delusione cocente, di quelle che fanno male, anche perché da uno come lui non ce lo saremmo mai aspettati”, il commento del presidente Pietro Battaglia, il rappresentante degli studenti e fondatore di “Noi siamo Unicusano”.

“Esami soft? Allusione ignobile, siamo ragazzi seri, tanti di noi studiano a lavorano”

Per Pietro, ragazzo pulito, che studia e lavora, sentire quelle cose, della facilità di passare gli esami, di essere considerati quasi degli studenti “faciloni” e di serie B, ha fatto male e ha dato molto fastidio, anche perché, come tutti gli studenti, pure quelli che sono e che vivono quotidianamente Unicusano, fanno sacrifici pazzeschi per conciliare lavoro e studio, come nel caso di Pietro Battaglia che a Tag 24 e nell’ambito della rubrica “Occhio per occhio e dente per dente“, ha voluto rispondere e replicare a quanto detto in studio e in televisione.

Si è attaccata tutta la classe studentesca, una cosa ignobile, sono stati descritti come studenti di serie B che pagano per ottenere la laurea e che non fanno sacrifici e che hanno tutto, ma la realtà di Unicusano è ben diversa”. Per Pietro Battaglia è una cosa fuori dal mondo, quasi stentava a credere davanti alla televisione di veder descritto il mondo che vive ogni giorno in quel modo così fuori dalla realtà.

E quello che lo più arrabbiare, e nella parte iniziale del comunicato ufficiale è purtroppo ricordato con evidenza, tristezza e rabbia, è che ci sono stati ragazzi che per paura del fallimento hanno preso una decisione drammatica, la più brutta. E anche per questo genere di situazioni non si possono accettare allusioni così deprecabili e insulse.

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Certe cose dette da Report non si possono sopportareha spiegato Pietro Battaglia -. La Cusano ti mette a tuo agio nel momento in cui arrivi, sin dal primo giorno. Situazioni soft? Utilizzerei questo termine nel servizio di qualità che ci viene proposto ogni giorno, dal primo in cui ti iscrivi fino al tutoraggio e tutto il percorso di studio, dove sei sempre affiancatoi da assistenti e professori, e loro sono molto attenti alle esigenze degli studenti. Ecco il termine soft può essere usato per questi concetti, non certo per gli esami”.

“Ma quale scorciatoia e figli di papà, siamo ragazzi normali, per fortuna che ci sono strutture come Cusano”

Pietro Battaglia ci tiene a ribadire alcuni concetti, anche sulla scelta dell’università, considerato che lui proviene dalla Sapienza: “Ho scelto la Cusano perché ho avuto la fortuna di trovare lavoro a Roma e con questa università ho la possibilità di studiare e lavorare, ma come me tanti altri. Alla Sapienza, dove mi trovavo bene e pur rispettando tutti, non sono riuscito a conciliare studio e lavoro, ci ho provato tanto, ma non ci sono riuscito“.

Non vuole demonizzare l’università La Sapienza, ma differenze ci sono, soprattutto se sei un ragazzo che desidera lavorare e studiare: “Le grandi differenze con l’università pubblica ce ne sono, e ve lo possono dire anche colleghi e amici che fanno rappresentanti in Sapienza ma anche a Tor Vergata. Lì grande differenza è che tu lì sei una matricola e un numero vero e proprio, ma non per cattiveria, ma per quantità e per la poca adeguatezza per la forza del personale docente, non c’è bilanciamento tra i docenti e gli assistenti e gli studenti. A Cusano non sei una matricola. Noi paghiamo la retta anche con tanti sacrifici ma non perché sia più alta o bassa, io sinceramente pagavo lo stesso alla Sapienza, ma devo dire che se dovessi avere un problema c’è il personale disponibile nei momenti di difficoltà, e ce ne sono tanti, si trova una soluzione che non è certo quella di passare l’esame o di avere le domande o perfino il compito per passare l’esame. Questa roba ha fatto male“.

Pietro Battaglia poi racconta quel comunicato che ha fatto il giro dell’Italia e di tutte le redazioni dei giornali e non. Ha fatto discutere e riflettere: “Per scrivere quel comunicato ci abbiamo messo un giorno intero, è stato fatto con tanta rabbia e con tante emozioni, abbiamo scritto determinate cose con grande emozione, anche per rappresentare chi purtroppo per vari motivi non è più, l’attacco di essere agevolati è brutto, quello che ha fatto Report è ignobile, a Unicusano siamo tutelati anche dal punto di vista psicologico l’ascolto è fondamentale, vengono analizzati i momenti di disagio e non certo come è stato trasmesso da Report, i professori ci ascoltano, ma non fanno agevolazioni è un ambiente fertile per i giovani per disponibilità di ascolto e non succede in altri atenei.