Il Gruppo Lutech, con una già forte presenza nel settore della trasformazione digitale in Italia e un ruolo importante nel panorama europeo per servizi e soluzioni ICT, prevede 600 nuovi posti di lavoro nel suo prossimo piano triennale di sviluppo in Puglia. Il piano, che seguirà l’ingresso di Atos Italia nel gruppo, si traduce in un investimento significativo per la Regione, confermando la sua attrattività per le principali entità internazionali nell’ambito dell’innovazione tecnologica. Se Lutech assume in Puglia per i prossimi tre anni, sul fronte delle opportunità di lavoro ci sono buone notizie anche per la Calabria.
Integrazione e innovazione: la strategia di Lutech in Puglia
La strategia di crescita del Gruppo Lutech in Puglia è una fusione sinergica delle due realtà già esistenti in loco. L’obiettivo è stimolare un investimento di oltre 70 milioni di euro, promuovere una crescita costante dell’occupazione e consolidare la presenza del gruppo nel territorio, con l’obiettivo di raggiungere 600 dipendenti entro tre anni. Il piano è stato accolto con entusiasmo da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico.
Michele Emiliano ha lodato Lutech per la sua capacità di sfruttare appieno gli incentivi regionali per le imprese, generando progetti di alto livello tecnologico in Puglia.
La Puglia si conferma come una Regione attrattiva di grandi realtà internazionali del settore dell’innovazione tecnologia. Ringrazio Lutech, perché ha saputo sfruttare al meglio gli strumenti regionali di agevolazione per le aziende, realizzando progetti di elevato livello tecnologico proprio qui in Puglia.
Anche Tullio Pirovano, presidente esecutivo del gruppo Lutech, ha evidenziato l’abbondanza di talenti in Puglia e ha confermato l’impegno continuativo di Lutech ad investire nel territorio. Questo impegno è ulteriormente rafforzato dalla decisione del gruppo di puntare su Bari, dando un impulso alla strategia di investimento nel Sud Italia.
La decisione di puntare così tanto su Bari conferma e rafforza la nostra strategia di investimenti nel Mezzogiorno, che si fonda anche su sinergie e collaborazioni proficue con le principali università.
Collaborazioni strategiche e progetti d’avanguardia
L’incontro tra Lutech e le autorità regionali ha anche offerto l’opportunità di presentare alcuni progetti di portata internazionale in corso di sviluppo nel territorio pugliese. Tra questi, spicca il Brain Disease Centre, un progetto innovativo basato sull’intelligenza artificiale e il machine learning, finalizzato alla creazione di un gemello digitale per la diagnosi precoce di malattie neurodegenerative. Questo dimostra la visione di Lutech per l’innovazione e la collaborazione con le università locali nel promuovere l’avanzamento tecnologico.
Verso un futuro più digitale
L’ingresso di Atos Italia nel gruppo Lutech ha avviato un nuovo percorso di crescita per l’azienda. I piani di investimento non riguardano solo la Puglia, ma si estendono anche alla Calabria, con l’inaugurazione prevista di un nuovo campus Atos dedicato alla consulenza e alla progettazione nel campo dell’intelligenza artificiale, data science e cybersecurity.
Questo potrebbe significare ulteriori opportunità di lavoro e sviluppo per le regioni del Sud Italia, confermando il ruolo chiave di Lutech come principale motore di innovazione tecnologica nel Paese.
Con la promessa di creare centinaia di posti di lavoro e di stimolare l’innovazione e la crescita economica in queste regioni, il gruppo Lutech si impegna non solo a contribuire al progresso tecnologico, ma anche a promuovere lo sviluppo locale e a sostenere la formazione di nuove competenze digitali, consolidando il proprio impegno verso una crescita inclusiva e sostenibile.
La strategia di espansione del Gruppo Lutech dimostra il potenziale dell’innovazione digitale come motore di crescita e di sviluppo. Questa mossa potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il Sud Italia, che vede un crescente interesse da parte delle principali aziende di tecnologia a livello globale, ma del cui sviluppo si parla da fin troppo tempo, tra bonus, incentivi e progetti di riqualificazione che finora hanno apportato sì dei cambiamenti, ma non ancora di portata estremamente significativa.